Amen

L’immenso Jerry Saltz spiega cos’è la critica d’arte oggi. O meglio, come dovrebbe essere e non è. E come l’assenza di occhio e pensiero critico uccida l’arte. E tante altre cose. Che non potevano essere dette meglio di così…

“The best critics look for the same things in contemporary criticism that they look for in contemporary art. But they also have an eye. Having an eye in criticism is as important as having an ear in music. It means discerning the original from the derivative, the inspired from the smart, the remarkable from the common, and not looking at art in narrow, academic, or “objective” ways. It means engaging uncertainty and contingency, suspending disbelief, and trying to create a place for doubt, unpredictability, curiosity, and openness.”

Città in valigia


L’artista cinese Yin Xiuzhen è l’autrice di Portable Cities. L’opera è composta da 6 valigie contenenti i modelli in miniatura di altrettante città. Palazzi, strade e ponti sono fatti con vecchi vestiti e altri materiali riciclati trovati dall’artista per le strade di ognuno dei centri urbani rappresentati.
Nella valigia di New York City, che risale al 2003, ci sono due bellissime torri gemelle trasparenti fatte in un materiale che sembra organza.

[via greg.org]

Boutique vs ambulante


Eric Doeringer è un giovane artista newyorkese. Da quattro anni ormai produce piccole riproduzioni di quadri famosi di artisti contemporanei (la serie bootlegs). E li vende con un banchetto per la strada, in genere all’ingresso di musei, fiere e grandi mostre (qui una sua intervista).
Qualche settimana fa è stato protagonista di un episodio curioso. Un gallerista di Manhattan, Mike Weiss, ha chiamato la polizia per farlo sgomberare. Quando Doeringer ha chiesto spiegazioni, Weiss ha risposto che non aveva piacere di “vedere gente che vende quadretti per la strada”, mentre lui paga un costoso affitto per la galleria, dove “vende quadri da 30.000 dollari”. Temeva forse che qualche facoltoso collezionista potesse decidere di andare al risparmio?

Shivavespa


Lui si chiama Mark Hosking ed è inglese. Nelle sue opere semplici oggetti d’uso quotidiano si trasformano completamente, diventando bizzarri macchinari che servono scopi non propriamente utili. Oppure trasfigurandosi in altri oggetti, con nuove, imprevedibili funzioni.
La sua opera più famosa si chiama Shivavespa (foto). La raggiera di specchietti retrovisori serve da pannello solare per produrre calore diretto ad una pentola. Diventando così una macchina per cucinare. In Airbag-Growbag invece, un airbag esploso in un incidente d’auto diventa un vaso per una pianta di limoni…

Animaleschi…


E’ in corso al MassMoca (Massachusetts Museum of Contemporary Art) una mostra sul rapporto tra arte contemporanea e regno animale: Becoming Animal: Contemporary Art in the Animal Kingdom (attenzione, il sito è in flash ed è annidato dentro questa lista di mostre, al 5° posto). Una parata di visioni inquietanti: ibridi uomo-animale, esseri transgenici, congegni tecnologici per facilitare il dialogo tra specie, carte da parati sovversive.
Tra tutti, segnalo Jane Alexander, Natalie Jeremijenko, Motohiko Odani (foto) e naturalmente, l’immensa Patricia Piccinini.

Una boutique nel deserto


Michael Elmgreen e Ingar Dragset sono una coppia di artisti scandinavi residenti a Berlino. Le loro installazioni sono visioni materializzate. In Italia li avevamo visti nel 2003, quando avevano fatto sbucare dal pavimento della Galleria Vittorio Emanuele a Milano, come uscita da una galleria turistica sotterranea, una macchina (la Uno bianca) con tanto di roulotte al seguito.
Una decina di giorni fa, invece, hanno fatto comparire, come portato da un tornado, un negozietto Prada in mezzo al deserto del Texas. Sembra in tutto e per tutto una boutique, solo che non ha nessuna porta d’ingresso. Una sorta di scatola del desiderio che non si può aprire. Non solo, la cosa interessante è che non è prevista, in futuro, nessuna opera di sorveglianza o manutenzione della “scultura”, che quindi subirà le intemperie, il tempo e i probabili atti di vandalismo. Diventando una specie di rudere dell’epoca della fashion-addiction.

articolo di artforum
articolo del nytimes (iscrizione richiesta)

Vatican Air Force


A Roma, presso la galleria De Crescenzo e Viesti c’è una mostra di Antonio Riello intitolata Lavori Romani. Dopo aver realizzato le famose Ladies Weapons, e dopo la trasformazione del più grande museo italiano nell’atrio di un aeroporto, l’artista veneto sforna modelli in scala di aerei e navi da guerra minuziosamente decorati e dipinti. Caccia da combattimento che potrebbero appartenere ad una ipotetica Vatican Air Force o sottomarini di una Legione Romana Sottomarina con tanto di SPQR e fregi imperiali. C’era anche un kitchissimo San Pio Rocket.

Trash on trash


L’idea è bella, bisogna ammetterlo. Una mostra sul tema della celebrità. Si chiama “Superstars” ed inaugura alla Kunsthalle di Vienna il prossimo 4 novembre con una parata di quasi duecento artisti di ogni età e provenienza. A partire dallo scontato Andy Warhol, fino a Helmut Newton, passando per Eva & Adele (la coppia di travestiti che da anni si aggira per le mostre internazionali in mise eccentriche).
E va bene che il tema, porta, necessariamente, a sguazzare nel trash, ma c’era proprio bisogno di principiare il comunicato stampa di presentazione della mostra con una citazione di…Jamelia???

I don`t know who you are,
But you must be some kind of superstar,
Coz you got all eyes on you no matter where you are.

(Superstar, Jamelia)

Robots


Ecco le creature robotiche in movimento di Nemomatic. Un’incredibile galleria di personaggi geniali, realizzati con materiali riciclati. Molto interessanti, forse per il fascino timburtoniano alla quale la sottoscritta è particolarmente sensibile, anche i mostri di Rude Design.

Tutto sulla Gioconda


L’opera d’arte per antonomasia. E, soprattutto, l’immagine di derivazione artistica più mediatizzata, remixata, citata e plagiata del mondo. Tanto potente da generare leggende, miti, romanzi, veri propri culti simil-religiosi. Ultimamente, la conservatrice del Louvre ha rilasciato un’intervista in cui, neanche troppo velatamente, dichiara l’insofferenza verso un patrimonio tanto ingombrante.
In Rete ci sono un paio di siti estremamente interessanti dedicati alla Monna Lisa. Uno è il monumentale Mona Lisa Images for a Modern World, website enciclopedico sulle sorti iconografiche, iconologiche, mediatiche e di cronaca sulla donzella rinascimentale. Particolarmente utile, la sezione dedicata alle versioni “digitali” della Gioconda. Qui, invece, una versione numerica storica (1964, un computer CDC 3200, 100,000 pixel, 14 ore di lavoro).

Altre risorse:
Mona Lisa Mania
The Interactive Mona Lisa
Plastica Facciale alla Gioconda
Mona Lisa on the Web

Perfect Partner


Kim Gordon dei Sonic Youth, il videoartista Tony Oursler e il filmmaker Phil Morrison hanno realizzato un lungometraggio a sei mani. Questa la descrizione del progetto tratta dal comunicato stampa:

“Somewhere between Godard’s Pierrot Le Fou and a thundering free rock freak-out, Perfect Partner is a surreal psychodrama-cum-road movie celebrating our society’s enchantment with automobile culture.”

Cos’altro dire? Ah si, dopo alcune tappe europee il film sarà visibile anche in Italia, all’Auditorium di Roma per il Romaeuropa Festival. Il prossimo 12 ottobre.

La relatività secondo Escher (Lego Version)


Su questo sito (raggiungibile solo tramite web archive)è possibile vedere una versione realizzata interamente con i mattoncini Lego del famoso “Relativity” (1953)di M.C. Escher. Tre diversi livelli di forza di gravità convivono nella stessa immagine. Qui c’è l’immagine di un’altra costruzione celebre di Escher, il Belvedere. Per capire come si possano trasferire alcune immagini “impossibili” in costruzioni reali è utile dare un’occhiata a “Escher for Real“.

[via caymag]

La foresta infinita


Auriea Harvey e Michael Samyn hanno fondato uno studio di game design che si chiama Tale of Tales. I loro videogiochi però sono senza obiettivi da raggiungere, senza punteggio e senza livelli. Sono delle esperienze immersive e conteplative. Scrivono:

“We claim the game space as an area where art can be made. Not the hip and oh so conveniently ironic art that we find in elitist galleries or museums. But a much more traditional and modest art. An art that is not afraid of making a statement. Or of pleasing the audience.”

L’ultima creatura di questo progetto è The Endless Forest. Scaricatelo e provate la sensazione di essere un cervo che vaga, senza meta, in una foresta misteriosa e sconfinata. L’altro aspetto interessante è che il gioco è confezionato sotto forma di screensaver.

Per approfondire il pensiero di Auria e Michael qui c’è un’intervista in italiano.

[via rhizome]

L’invasione dei conigli rosa


A Napoli, i Coniglioviola hanno costruito un grande roditore rosa gonfiabile in cui amoreggiare (e fare vjing). Nel frattempo, in Piemonte, ad Artesina, i Gelatin hanno piazzato (già dall’8 di settembre) un gigantesco coniglio rosa di pezza sopra a Colletto Fava. Per farci sentire un po’ lillipuziani. Il Pink Rabbit resterà lì fino al 2025, chissà di che colore sarà diventato per allora…

“attraversando paesaggi si trovano parecchie cose.
delle cose che si conoscono o qualcosa del tutto sconosciuto.
un fiore che non si è mai visto, un buco nel suolo o qualcosa di inesplicabile, tutto come cristoforo colombo un intero continente.
e poi dietro di una tale collina si trova all’improvviso un coniglio lavorato a maglia da una dozzina di nonne.”

[via wmmna / random]