Shary Boyle

Shary Boyle realizza disegni, illustrazioni, pitture e proiezioni video. Ma le sue piccole sculture in plastilina o porcellana dipinta sono la parte più affascinante del suo prismatico, acquarellato, fiabesco, sensuale, inquietante e psichedelico immaginario.

Rocking Machine

Lo scultore olandese Herman Makkink non è molto famoso. Se non per un’opera, entrata nell’immaginario collettivo grazie a Stanley Kubrick, che l’ha scelta per una scena di Arancia Meccanica. Sto parlando di Rocking Machine, la porno-scultura dondolante. Sono in vendita 6 nuovi esemplari dell’oggetto, oltre ad un originale restaurato del 1969.

[via cool hunting]

Hulk in scatola

L’artista coreano Dong Wook Lee dà vita a strane creature. Tutte alte due mele o poco più. Ma anche meno…
Un suo lavoro è attualmente esposto a Modena nella mostra Egomania.

Nella foto: Green Giant, 2003

Nuove professioni: the sex blogger

“This is the sex blogger. She works for a high rated site, writing about sex, new toys, and adult trends today. She slips into a something slinky, and relaxing, and starts right in with work. This can be a tedious job. You have to read different sites for ideas. Copy articles, pictures etc. There are sex toys to try out, which is very exhausting.”

[via sexblo.gs]

Umanoidi


Alla Konsthall di Malmö sta per inaugurare una grande mostra del brasiliano Ernesto Neto. Tra i suoi lavori, sempre di enorme suggestione, vi segnalo Humanoids, sculture morbide che i visitatori sono invitati a indossare. Infilandocisi dentro tramite piccole e scomode aperture. Per provare l’esperienza di una nuova, aliena, corporeità.

Scheletri


All’interno della mostra Notre histoire, allestita al Palais de Tokyo di Parigi, spicca l’opera di Adel Abdessemed, Habibi (2003). E’ uno scheletro umano gigantesco, sospeso, lungo 17 metri. Ehm. Mai sentito parlare di Gino De Dominicis? Il suo Calamita Cosmica (1990 – 24 metri di lunghezza), di gran lunga più inquietante, con il naso da pinocchio e la lancia nella falange, è stato di recente ricostruito ed esposto ad Ancona (Mole Vanvitelliana, giugno – ottobre 2005).

Il quarto piedistallo


Il progetto londinese Fourth Plint si propone di utilizzare un plinto di Trafalgar Square rimasto vuoto (costruito nel 1841 per accogliere una statua equestre mai realizzata) per esporre, a rotazione, opere di artisti contemporanei. Proprio ieri è stata scoperta la statua ritratto che Marc Quinn ha dedicato all’artista disabile Alison Lapper. La scultura (Alison Lapper Pregnant) ritrae la donna quando era incinta di suo figlio Parys, che oggi ha cinque anni. Inevitabili le polemiche, opposti i punti di vista: c’è chi vede la statua come una celebrazione della vita, chi solo una sensazionalistica spettacolarizzazione dell’handicap. L’opera rimarrà sul suo piedistallo per 18 mesi, dopodichè passerà il testimone al più innocuo (e appropriato per una piazza) “Hotel per uccelli” di Thomas Schütte.

qui un articolo del guardian
qui un articolo sulla storia di alison lapper

iPod de legno – iBook de bronzo


Lo scultore olandese Pii, in occasione della sua personale alla galleria Spectrum di Londra, ha lanciato un “modello” di iPod scolpito nel legno. Secondo le sue stesse dichiarazioni, l’oggetto servirebbe come surrogato del vero lettore mp3 per aiutare tutti gli “addicted” del mondo a disintossicarsi dall’uso eccessivo e difendersi così dal rischio di sordità ed isolamento sociale. Il suo Piipod è stato infatti “disegnato appositamente per non essere in grado di riprodurre file musicali”. Tuttavia, se messo in tasca, offre la sensazione di portarsi appresso un vero iPod. Un po’ come le sigarette di plastica…
Alla galleria Spectrum espone invece una tavola imbandita con calchi in bronzo di computer iBook (Laptop Dinner) ripieni di riso e mais geneticamente modificati.

[via the guardian]

Cose ciccie


In un mondo ossessionato dal peso (corporeo, fisiologico, morale, finto, vero e presunto), in continua oscillazione tra leggerezze iperfluttuanti, pensieri anoressici e bulimie informative, gli artisti non potevano stare a guardare. Dopo le case e le macchine ciccione di Erwin Wurm, simpatiche e inquietanti allo stesso tempo (pensate che la macchina obesa PARLA!), arriva la sedia antropomorfa oversize dei designer olandesi Janneke Hooymans and Frank Tjepkema. Con tanto di tatuaggione.

[via popgadget]

Come il sorbetto…

Nel bellissimo libro di interviste a Damien Hirst, appena uscito per la postmediabooks (leggetelo!), l’artista inglese parla ad un certo punto del suo collega Marc Quinn e della sua opera più famosa: un calco della sua testa fatto del suo stesso sangue congelato (nove pinte). Dice “sembra sempre che stia sul punto di sciogliersi, poi non lo fa mai. come il sorbetto.”

Veramente è dall’estate di due anni fa che circola la voce del suo scioglimento, dicono per colpa degli operai che ristrutturavano la casa del collezionista Saatchi. Hanno staccato la spina del freezer e insieme ai ghiaccioli è andata sciolta pure la testa di Quinn. Come no, e magari lo squalo di Hirst lo tiene in garage…