La celebrità al tempo della rete: quando il nome diventa verbo



C’era una volta lo scarlettjohansoning, meme nato in seguito allo diffusione delle foto rubate dal cellulare dell’attrice americana Scarlett Johanson. Un’ondata inarrestabile (a differenza di fenomeni simili, questo non accenna a spegnersi) di ritratti con il fondoschiena ben in vista, rigorosamente scattati con il cellulare davanti allo specchio.
In queste ore la stessa sorte, quella di veder trasformato il proprio nome in un verbo, è toccata ad Angelina Jolie, “colpevole” di essersi fatta fotografare sul red carpet della notte degli Oscar in una posa un tantino costruita: spacco ascellare e gamba destra nuda che spunta di lato (un po’ rinsecchita, a dire il vero). Il neonato verbo, come sempre declinato al gerundio, è angelinajolieing e come il predecessore definisce un preciso atteggiamento, una pratica che ricorda il vogueing di Cicconiana memoria. Stavolta però la moda non arriva dall’alto ma dal basso, e porta con sé una sana dose di ironia. Gli atteggiamenti delle star infatti non solo vengono commentati, imitati, criticati, ma anche, per la prima volta, demitizzati. Una demitizzazione che passa attraverso un gioco globale a cui tutti possono partecipare. Peluche inclusi.



La ragazza dei domini parcheggiati: la sconosciuta più vista di Internet

Vi sarà capitato di vederla. Digitate male un indirizzo internet, finite su un dominio che ha un nome simile, ma non proprio identico, e spesso compare lei, la studentessa bionda. Per qualche motivo, è diventata una specie di tradizione quella di mettere la sua foto sulle home page dei “domini parcheggiati” (ossia comprati ma non utilizzati, o utilizzati solo per piazzare pubblicità), una pratica che si chiama domain parking, in alcuni casi typo squatting.
La fotografia, scaricata da una delle tante “banche” di immagini disponibili online (in questo caso, iStockPhoto) ha circolato talmente tanto da spingere molti a fare delle ricerche sulla ragazza, sullo scatto e sulle ragioni della sua onnipresenza. Le prime notizie vengono date dallo stesso fotografo, Dustin Steller, che esce allo scoperto dichiarando di aver uploadato l’immagine nella banca dati di iStockphoto nel 2005 e aggiungendo che la ragazza nell’immagine non è altro che sua sorella Hanna (“è sposata felicemente”, precisa, rispondendo alle decine di ragazzi che si dichiaravano suoi pretendenti).

A spiegare il perché di tanta diffusione, ci pensa questo sito, che individua come responsabile la Demand Media, un’azienda americana che ha come core business proprio quello di acquistare domini e parcheggiarci un sacco di pubblicità sopra. Una pratica molto vicina allo spam, ma del tutto legale. Pare che sia stata proprio la Demand Media a piazzare la studentessa bionda in centinaia di siti, seguita poi da molti altri.
Naturalmente, la diffusione virale di un’immagine porta con sè un effetto collaterale inevitabile: l’appropriazione e la reinterpretazione della stessa. E così via a parodie e versioni modificate. Poi, qualche volta, arrivano anche gli artisti. Il californiano Parker Ito, con una classica operazione da artista “Post Internet”, e non senza dichiarate influenze warholiane, ha deciso di commissionare una serie di dipinti tratti dalla famosa fotografia tramite orderartwork.com, un sito cinese che fa “oil paintings on demand”. Un’icona sconosciuta, dipinta su commissione da pittori sconosciuti.

Bed Intruder: anatomia di un meme

Lui si chiama Antoine Dodson ed è il protagonista di uno dei più divertenti e dilaganti memes della storia del web. Originario di Huntsville, Alabama, Antoine ha fatto la sua comparsa in Rete nel luglio 2010, in un video caricato su Youtube. Il filmato era un breve servizio tratto da un telegiornale locale che raccontava la storia di un’intrusione in casa Dodson (sua sorella Kelly si era svegliata con un estraneo nel letto, messo poi rapidamente in fuga dalle urla e dall’arrivo dei suoi familiari).
Intervistato dai giornalisti della tv locale, Antoine rilasciò una bizzarra e accorata dichiarazione in cui esortava tutti a “nascondere i propri bambini, le proprie mogli e i propri mariti” e poi si rivolgeva direttamente al “bed intruder” sbeffeggiandolo e minacciandolo.

Il video divenne virale nel giro di pochi giorni, accumulando più di 4 milioni di views, e decine di parodie, citazioni e servizi giornalistici. Ma quello che renderà Dodson un mito definitivo è una canzone, “The Bed Intruder Song”, firmata dai fratelli Gregory, in cui la voce del ragazzo viene passata attraverso l’effetto “autotune” e montata su una base hip hop (canzone che ha poi scalato le classifiche di iTunes e Billboard).
A seguire, centinaia di cover della canzone, e poi grafiche, magliette e persino un costume di carnevale

Come molti altri fenomeni virali prima, anche “The Bed Intruder” segue uno schema riconoscibile, una progressione che comprende grosso modo quattro fasi: fama accidentale, diffusione virale, generazione di infinite parodie e versioni “mutate” e infine penetrazione nel circuito culturale mainstream.
In questa pagina di Knowyourmeme, trovate un’analisi dettagliata del fenomeno, con tanto di numeri e grafici.

Web Celebrities del passato: Mahir Çagri

Quello del turco Mahir Çagri è probabilmente il caso più antico di web-celebrity. La sua fama, accidentale quanto persistente, è un fenomeno che risale al 1999, quando il link alla sua home page – ospitata sui server di Xoom – iniziò a circolare freneticamente tra i navigatori di tutto il mondo. L’irresistibile comicità della sua auto-presentazione, fatta di fotografie che lo ritraggono in situazioni improbabili (mentre gioca a ping pong, suona la fisarmonica o prende il sole in un succinto slip rosso) e di frasi in inglese sgrammaticato (“Welcome to my Home Page!!! I kiss you!!!”, “Who is want to come TURKEY I can invitate ….. She can stay my home”, “I like sex”) ha reso Mahir incredibilmente popolare nel giro di pochi mesi.
Dopo una serie di interviste e qualche apparizione televisiva, la popolarità di Mahir ha poi beneficiato dell’esplosione del fenomeno Borat, personaggio inventato dal comico inglese Sasha Baron Cohen e protagonista nel 2006 del film “Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan”. Le impressionanti somiglianze tra Mahir e Borat, che comprendono l’aspetto fisico, l’abbigliamento, il modo di parlare e persino alcuni dettagli come l’hobby del ping pong e la sbandierata passione per il sesso, non sono passate inosservate. Tanto che Mahir ha più volte minacciato di passare alle vie legali per sfruttamento non autorizzato della sua immagine. Anche se numerose ricerche sembrano dimostrare il primato cronologico di Borat (i primi sketch che lo vedono protagonista risalgono al 1994, quando si faceva chiamare Kristo), le similitudini sono talmente impressionanti da lasciare comunque il dubbio che Mahir possa davvero essere stato una fonte di ispirazione per il noto personaggio del giornalista kazakho…