Sound Wave

La scultura di Jean Shin è bellissima. Sicuramente odora meravigliosamente di vinile. Gioca sul concetto di “onda sonora” e questo aggiunge evocazione e persino ironia. Allora perchè distruggerne la potenza espressiva scrivendo che va letta come un riferimento alle “ondate tecnologiche che rendono obsolete tutte le successive generazioni di supporti registrabili“. E, ancora, che “l’opera vuole rappresentare fisicamente il carattere effimero della musica, ma anche i gusti musicali di un essere umano, rappresentati dalla sua collezione di dischi“?
Lo so che l’obsolescenza dei media e la smaterializzazione dei contenuti e la crisi del diritto d’autore e dimmi ciò che ascolti e ti dirò chi sei sono temi d’attualità. Ma già il giornalismo è in crisi, che non ci si mettano pure gli artisti a fare gli illustratori dell’ovvio…

[soundtrack della serata. from 9 p.m.: the notwist]

Precipitosa irrilevanza



“Le cose cambiano, si dice, corrono in fretta come non mai. Ma si ha pure l’impressione che appunto negli ultimi tre decenni si sia venuta avvitando nel cervello dei terrestri una sorta di ossessione sistematoria sempre più incalzante, vorticosa, per cui ad esempio degli Anni Sessanta si discute come delle Crociate, mentre il cinema dei primi Anni Ottanta, il teatro degli ultimi Anni Settanta, la pubblicità a cavallo tra Ottanta e Novanta già si sono guadagnati stuoli solenni di esegeti e specialisti. E’ come se, via via che le cose accadono, la gente ne avvertisse la precipitosa irrilevanza voltandosi poi immediatamente indietro per farle non rivivere, ma vivere a posteriori.”

Così scriveva Carlo Fruttero negli Anni Novanta. Era l’introduzione all’edizione tascabile Einaudi de “Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza” a cura dello stesso Fruttero e di Sergio Solmi (prima edizione: 1959). La lettura è altamente consigliata, non solo per la bella selezione di racconti, non tutti noti, ma anche per la brillante prefazione di Solmi, che in una quindicina di pagine traccia un quadro critico della science-fiction a dir poco prezioso. Il parallelo con il romanzo cavalleresco visto come primo esempio di “folklore letterario internazionale”, è particolarmente illuminante.

Scheda del libro

[la foto viene dalla serie che ho scattato questo weekend a Venezia. l’ambientazione era come quella del racconto di Ray Bradbury: Pioggia senza fine]

Endless story of an endless column


The Endless Column (1938) è una scultura monumentale di Costantin Brancusi e se ne sta placida in Romania. Ma la sua capacità evocativa circola per il mondo e ispira altri artisti. Quest’opera riesce a rappresentare tutta la scultura moderna, a raccontare ancora oggi l’utopia di un’arte che aspira alle vertiginose altezze dei cieli (un’arte infinita, ininterrotta, spirituale nel più profondo dei sensi). Le “cover” della colonna si ispirano ai viaggi nel tempo, ma anche al kebab

[soundrack: time travel]

Reading

E’ proprio così. Le frasi svolazzano da tutte le parti, come schiaffeggiate da una folata di vento impertinente. Le storie si mescolano, i sentieri si biforcano, i pensieri scendono giù e tornano su senza mai stancarsi, neanche prendessero l’ascensore.

[artwork by matchboxflight]