Posts Tagged → daily life
Il barista salutista
Può capitare, in fondo. Può succedere che vai in un bar, ordini un caffè decaffeinato e il barista sorridente te lo fa. Poi può anche capitare che mentre lo sorseggi lui si addentri in dettagliate descrizioni sul dannosissimo processo industriale a base di ammoniaca per eliminare la caffeina. E poi prosegua su quello, anche peggiore, di sbiancamento dello zucchero. E poi ti ricordi che per digerire un comune cappuccino ci vogliono 4 ore. E che la dieta mediterranea non è così sana come dicono. Per finire con la rivelazione shock: nelle Pringles non c’è traccia di patata!
Piccole storie di ordinaria paranoia. Vero Chiara ? ;-)
Vincenzo Salemme o David Copperfield?
Oggi ero ferma davanti ad un interminabile semaforo all’imbocco della via Aurelia. Fuori pioveva e la macchina era tutta appannata. Tra un morso e l’altro al mio tramezzino vedo un enorme manifesto (foto). Dico tra me e me: ‘minchia è rispuntato David Copperfield’…
Non ce la posso fare
CIOSSONNO
Era una notte buia e tempestosa…
Roma, ore 6 del mattino. Anch’io rientro dalla mia buia e tempestosa Notte Bianca. Conclusasi in un pub a San Lorenzo che sembra uscito da un film cecoslovacco. L’atmosfera nella mia zona è davvero inquietante. Piove, fa freddo, e io non ho ancora digerito il kebab delle 3.
Arrivo sotto il portone (ma sarà quello giusto?). Con un po’ di fatica infilo la chiave e entro. Grazie all’accendino (un raro privilegio di noi fumatori) raggiungo le scale. E’ talmente buio che comincio a dubitare dell’esistenza stessa del mio palazzo. Alla seconda rampa il mio accendino fa un rumore sinistro, mi graffia il pollice e lancia la pietrina contro la porta della signora del primo piano. Ma porc…
Impiego un tempo indefinito per: raggiungere il terzo piano, indetificare la porta di casa, aprirla e inciampare sul mio stesso zerbino. La casa dove abito è nuova e io NON SO dove siano le candele o la torcia. Mi salva il pc portatile, con il suo modesto 43% di batteria illumina la stanza permettendomi di trovare una candela. Già che ci sono faccio un giro in rete per vedere se ci sono notizie del black-out. I siti di informazione sono tutti giù oppure non contengono aggiornamenti. Dopo un po’ di girovagare trovo qualcosa sulla Reuters e su Televideo.rai.it. Spengo la luce…ops..soffio sulla candela e mi infilo nel letto.
Faccio cose, vedo gente, organizzo eventi
Forbici, forbicine, forbicette
Sta passando “l’arrotino, l’ombrellaio”. Quello che ripara ombrelli, arrota “forbici, forbicine, forbici da giardino, coltelli da prosciutto”. Ma la parte che amo di più è: “DONNE! La vostra cucina a gasse fa fumo? Noi togliamo il fumo dalla vostra cucina a gasse”.
Devo decidermi a scendere per farmi arrotare le forbicine una volta nella vita. Anche per vederlo ‘sto ombrellaio. Però non faccio in tempo a sentirlo che già si è dileguato. Che sia un fantasma?
Intanto, per chi non lo avesse mai sentito, eccolo qua. In versione swf o mp3! Donne!
Il villaggio del turista
A me l’Estate Romana è sempre piaciuta. La città si popola di bancarelle, stand e standini, palchi, baretti, cinema all’aperto e spettacolini. Ieri sera sono andata al Tourist’s Village, sul lungotevere all’altezza di Castel Sant’Angelo. Nella location storica del TeverExpo, che negli anni scorsi dilettava i romani con stand di artigianato peruviano, automobili, tritaaffettasminuzza (con tanto di dimostrazione live), cristalloterapia e proloco di paeselli laziali. Quest’anno invece c’è il “villaggio del turista” che allinea sul fiume: spettacolino di cabaret, bisteccheria, piscinetta, campetti da tennis-calcio-basket, stand di motonautica e…la sezione di moda dell’istituto superiore A.Diaz…
Ma il clou della manifestazione sono gli spettacoli. Purtroppo venerdi mi sono persa Sabina Stilo, ma per fortuna non ho mancato Gegia Antonaci. L’attrice pugliese si è prodotta in uno show strambo e malinconico. Rievocando tutte le sue piccole parti in filmetti e sitcom, mostrando diapositive che la ritraevano in compagnia di personaggi famosi, producendosi in improbabili battute sui guai della notorietà. Infine ha mostrato la sua partecipazione a Mai dire gol con “Gianni, Giovanni e Giacomo” (sic!). Per i più giovani. Quelli che sono troppo piccoli per ricordarsi Professione Vacanze, memorabile telefilm con Jerry Calà nei panni di un capovillaggio playboy. Featuring Gegia, of course.
Fuga da La Sapienza
Ieri sera, dopo una giornata massacrante di lavoro, sono letteralmente fuggita. Me ne sono andata al mare dai miei, dove posso dormire, cazzeggiare, andare in bicicletta, prendere il sole e soprattutto passare una 30ina di ore off line. Caldo e zanzare a parte sembra che la fuga infrasettimanale mi abbia fatto bene. Sono cos? rilassata che mi addormento ovunque. Zzzzz…..
Tu vuliv’ a pizza 2
Ieri ho parcheggiato la macchina sotto ad un manifesto della Margherita. Sono dei gran simpaticoni questi qui, non ce ne eravamo mica accorti. Sentite che verve…Il manifesto dice così: “La politica…che pizza! La Margherita…una passione”
Tempi morti
Oggi ho fatto un’ora di lezione sulla Net Art all’Università. E in ossequio all’immarcescibile legge di Murphy (Se qualcosa può andare male, lo farà) è successo di tutto. Nell’ordine: il primo computer, in dotazione dall’ateneo, si è impallato dopo 4 microsecondi ed era talmente nel pallone che non ha voluto sapere ragioni. Ho dovuto staccare la spina. Comincio la lezione e al terzo sito web la rete va giù. Niente collegamento per il resto dell’ora. Ma io, previdente, ho qualche cosa su cd. Cambio computer esasperata dalla lentezza e attacco il mio portatile al proiettore. Lancio il primo programma: tutto ok, lancio il secondo e si blocca tutto. E’ stato allora che ho cominciato a discettare del tempo, dei miei gusti culinari, di politica e persino di calcio. Per prendere tempo.Ora capisco l’imbarazzo dei conduttori tv quando devo riempire tempi morti cazzeggiando a braccio. Hanno tutta la mia solidarietà.
Tu vuliv’a pizza
Pier Luigi Tolardo di Zeus News mi ha intervistata in merito a questo blog. La prima conseguenza è stata a carico del mio contatore Shinystat che finora aveva svolto un ruolo meramente decorativo e ora finalmente ha tirato fuori il pallottoliere. La seconda conseguenza è stata invece a carico della sottoscritta che, assalita da improvviso imbarazzo, ha smesso di scrivere.
Nell’intervista citavo la cena in pizzeria durante la quale Luciano mi convinse ad entrare nel meraviglioso mondo della blogosfera. Ieri mi fa giustamente notare di aver omesso il particolare più interessante della serata: la litigata con il pizzettaro. Colmo immediatamente la lacuna con una cronaca dettagliata.
Giovedi grasso, Roma, pizzeria “La Montecarlo”, vicino Piazza Navona. Il locale è discretamente affollato, ma fortunatamente siamo e in due e otteniamo un tavolo senza troppo penare. Anche se siamo incastrati tra due coppiette di logorroici. Ma almeno evitiamo la tavolata di festanti in maschera. La velocità con cui ci servono antipasto e pizza avrebbe dovuto in effetti insospettirci, ma, un po’ la fame, un po’ le chiacchiere, non c’abbiamo fatto molto caso. Sto ancora masticando l’ultimo boccone della mia margherita quando si avvicina il titolare del locale che con impeccabile accento francese ci fa: “Tiè, eccove er conto. Annatevene che avete rotto”. (Luciano correggimi se la memoria mi inganna).
Mi ritrovo in mano sto foglietto e guardo Luciano con aria interrogativa. Istintivamente lo passo al tavolo accanto: “Forse è vostro”. I due lo scrutano. “No, no”. Mi giro dall’altra parte e tento con la seconda coppietta. Niente da fare. Nel frattempo ripassa il parigino: “è vostro, è vostro”.
Dovete sapere che se c’è una cosa che mi fa incazzare (e naturalmente c’è), è la scortesia di commercianti e ristoratori. Mi manda letteralmente fuori di testa, trasformandomi da timida ragazza educata quale normalmente sono in un’acida zitella con una vis polemica alla Perry Mason. Acchiappo il cameriere e gli faccio notare che, non solo non abbiamo chiesto nessun conto, ma che io ho ancora la pizza nella parte iniziale dell’esofago e aggiungo: ” E se volessi un ‘altra pizza, un secondo, un contorno, un dolce, un caffè, un amaro…?” Il ragazzetto, che forse conosce le maniere del suo capo, non fa una piega e ci chiede cosa può offrirci..Insomma, non ho ottenuto le scuse, ma almeno abbiamo rimediato una grappa!