Neave.tv pesca i migliori video creativi da Youtube, Googlevideo e Blip. La selezione è eccezionale e l’interfaccia davvero azzeccata. La web tv come non l’avevamo mai vista…
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Machines are dreaming
Tornata ieri da Struttura, manifestazione dedicata all’arte e alla cultura digitale in quel di San Vincenzo (Livorno) , dove ho partecipato ad un talk sui progetti artistici Google-based. Qui il consueto set di foto. Tra le varie cose, una bellissima presentazione di Bianco-Valente. Colgo l’occasione per segnalarvi il loro lavoro. Una lucida, profonda e fascinosa ricerca sul rapporto tra corpo e mente, natura e tecnologia, neuroni e microchip, strutture cellulari e dinamiche corticali…
Red Ribbon
Un video di Michel Gondry e Lauri Faggioni per Devendra Banhart. Un nastro rosso sangue che scorre e non finisce mai. E non si smarrisce mai…
I’d like to sing to you, if you’d like me too
I’d like to sing to you, if you’d like me too
I’d like to sing, sing, sing, sing, sing to you
I’d like to dance with you, if you’d like me too
I’d like to dance with you, if you’d like me too
I’d like to dance, dance, dance, dance, dance with you
I’d like to sleep with you, if you’d like me too
I’d like to sleep with you, if you’d like me too
I’d like to sleep, sleep, sleep, sleep, sleep with you
Ribbons around the fumes, we’ll be sleeping soon
Ribbons around the fumes, we’ll be sleeping soon
This is not a Time for Dreaming
Pierre Huyghe in una strabiliante personale alla Tate Modern di Londra. Tra le opere presentate il bellissimo film This is not a Time for Dreaming, musical recitato da marionette in cui l’artista racconta la storia di Le Corbusier (e la sua) alle prese con alcune commissioni dell’Università di Harvard…
Gadget culture
Reduce dalla Biennale di Architettura (qui il photo-set della trasferta), vi segnalo l’incontenibile vitalità del padiglione ungherese. Il progetto Re:orient / Migrating Architectures è una riflessione sulla crescente influenza della cultura cinese. Le installazioni sono fatte di pinguini, gattini miagolanti, macchinine giocattolo e componenti low-tech (e low cost) di vario genere. La cultura del gadget che si fa progetto architettonico…
Bling Bling Basket
Lo scintillante, decadente, settecentesco canestro di David Hammons. Ovvero come riunire mille discorsi sulla condizione nera in una sola immagine…
questo è un post a blog unificati: valentinatanni + andreaxmas
Revisionismo
Marina Bychkova costruisce bambole di porcellana dall’aspetto ambiguo e disturbante. Con i volti sognanti e le membra snodabili. Uno dei suoi lavori più noti si ispira alla favola di Biancaneve. Avanzando un dubbio: e se il principe azzurro fosse un necrofilo?
Anatoony
Michael Paulus ha radiografato, disegnandoli, tutti i personaggi dei fumetti più famosi (Hello Kitty, Charlie Brown, Betty Boop, Pikachu…). Con risultati a volte esilaranti. Ora il coreano Hyungkoo Lee realizza, sullo stesso concept, una serie di sculture tutto sommato meno azzeccate. Fatta eccezione per Bugs Bunny…
[via drawn]
one zero zero zero zero zero zero cruel
Questo mi sembra lo spirito giusto per cominciare con entusiasmo e rinnovato sprint il faticosissimo autunno che mi aspetta…
you’re a million ways to be cruel
(one zero zero zero zero zero zero cruel)
you’re a million ways to be cruel
(one zero zero zero zero zero zero cruel)
you’re a million ways to be cruel
[via roba]
Perplessi
Anche le certezze più radicate e solide a volte vacillano…
The Dark Side of the Mall
Si ricomincia. La partenza sarà probabilmente al ralenti, come in ogni dopo-vacanza che si rispetti. Giusto per rientrare nel mood, dirotto la vostra attenzione su un collettivo di artiste australiane. Si chiamano The Kingpins (il “the” è d’obbligo di questi tempi, non solo tra le band musicali) e fanno foto, video, performance e installazioni. Le loro immagini sono il risultato di un bizzarro quanto riconoscibile mix di influenze. Ci sono la cultura pop e il kitsch più sfacciato, l’immaginario gay e transgender, gli stereotipi del rock e le follie della società consumistica. Ci sono i videoclip e le soap, ci sono Cindy Sherman e Matthew Barney, ma anche Spike Jonze e Weird Al Yankovic. Non so spiegarvi come, ma il pastiche sembra reggere. Un’ultima annotazione: fate caso ai titoli delle foto (The Dark Side of the Mall, Welcome to the Jingle, Hieronymus Posh)…
Break
Mi prendo un po’ di vacanza. Poco probabile l’apparizione di nuovi post nelle prossime due/tre settimane. Prima però vado qualche giorno ad Interferenze, festival di arte e musica digitale a San Martino Valle Caudina (3-5 agosto). Mi sono occupata della selezione dei video di cui potete trovare una lista qui. La manifestazione si preannuncia molto interessante, soprattutto nella sua fusione di digitale e campagnolo…
*update: qui trovate le foto scattate al festival
100% no genius
La ricerca di Goldiechiari (Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari) è intrisa di ironia e sfrontatezza. Godetevi una panoramica delle loro opere nel pdf 100% no genius…
Soprammobili visionari
I Thought I Was The Audience And Then I Looked At You è un’installazione in progress dell’artista inglese Ruth Claxton. Un agglomerato di stauine in porcellana trasfigurate da inserti color arcobaleno…
Livin’ in Tupperware
Visto e considerato che stasera non si respira, a Roma ci sentiamo tutti un po’ così. Le fotografie sono di Fabrice Fouillet…
[via bldgblog]
Sheena is a parasite
Il nuovo videoclip del sempre più visionario Chris Cunningham. La canzone è di un gruppo punkeggiante londinese dal significativo nome: The Horrors. Quindi niente elettronica stavolta. Ma pare che Cunnigham abbia dichiarato in proposito: “I’d find it hard to make a video for a track which sounded completely retro. It would just make me think of old things. To me, ‘Sheena is a Parasite’ sounds very special and futuristic.”
Leggendo tra le pagine di Director’s File dedicate al regista, ho scoperto che ci sono due progetti naufragati, che riguardano entrambi possibili riadattamenti cinematografici di capolavori della letteratura cyberpunk: Neuromancer di William Gibson e A Scanner Darkly di Philip K. Dick (quest’ultimo doveva avere addirittura la sceneggiatura di Charlie Kaufman). A Scanner Darkly è comunque diventato un film, diretto da Richard Linklater, per Neuromancer l’attesa continua…
Arte e ingegneria
Theo Jansen, l’autore delle incredibili sculture cinetiche del progetto Strandbeest (ne avevo parlato qui e qui), è protagonista di un nuovo spot per BMW. Naturalmente il pretesto sta nell’incontro tra arte e ingegneria, unito ad un discorso creativo sulla mobilità. Il claim è: “The walls between art and engineering exist only in our minds”…
[via guerrilla innovation]
Electroma
Due robot che vogliono diventare umani. Detto così sembra un po’ la storia di Pinocchio in versione cyber. Invece è la trama di Electroma, il film firmato dal duo musicale parigino Daft Punk. Il tema umano vs tecnologico era già centrale nella loro poetica musicale e nei loro videoclip. Aspettiamo il film godendoci il trailer; l’atmosfera è kubrickiana…
Buy it, use it, break it, fix it,
Trash it, change it, mail- upgrade it,
Charge it, point it, zoom it, press it,
Snap it, work it, quick- erase it,
Write it, cut it, paste it, save it,
Load it, check it, quick- rewrite it,
Plug it, play it, burn it, rip it,
Drag it, drop it, zip- unzip it,
Lock it, fill it, curl it, find it,
View it, coat it, jam- unlock it,
Surf it, scroll it, pose it, click it,
Cross it, crack it, twitch- update it,
Name it, rate it, tune it, print it,
Scan it, send it, fax- rename it,
Touch it, bring it, pay it, watch it,
Turn it, leave it, stop- format it.
(Daft Punk, Technologic, 2005)
[via blogyourmind]
Would You Like Your Eggs A Little Different This Morning?
A Milano, presso la galleria Massimo De Carlo, è in corso la personale di Elmgreen & Dragset, duo di artisti scandinavi con base a Berlino. Protagonista del progetto un manichino-avatar in tre versioni: ricco, middle-class e squattrinato. Ma tutti gli Andrea Candela (questa l’identità del personaggio) sono collegati al mondo tramite reali apparecchiature tecnologiche: un computer in rete, un iPod, un cellulare. E sono titolari di abbonamenti del tram, tessere associative, profili nelle chat room.
Dagli autori del negozio di Prada nel deserto e della roulotte in gitarella nelle viscere della terra, una riflessione sull’identità nell’età contemporanea. Nel testo che accompagna il progetto si legge:
Sei un essere perfezionato in una società perfezionata. Post-umana. Post-sessuale. Post-individuale. Vedi i corpi perfetti nei giornali patinati e fissi le brutte facce consumate di quelli che piangono i morti in altre parti del mondo. Vuoi soddisfare i tuoi bisogni; hai bisogno di un paio di antidolorifici per alzarti; hai bisogno di musica alta e di qualcuno che ti desideri e che ti dica quanto sarà speciale questo giorno.
Popopopopoppo
Qualcuno l’avrà detto a Jack e Meg White che Seven Nation Army è un inno da stadio? La capitale, travolta dal delirio calcistico, intona in coro un brano di rock minimalista. Miracoli della postmodernità…
Le immagini le abbiamo viste tutti, in tv, sui giornali, in rete, per le strade. Proviamo ad ascoltare la colonna sonora di questa vittoria. Mentre ci viene un sospetto: che il video di Douglas Gordon e Philippe Parreno abbia portato un po’ di proverbiale sfiga a Zizou? Il titolo del film, Zidane a 21st Century Portrait, suona oggi quantomeno sinistro. Per non parlare delle dichiarazioni degli autori (“Perché proprio Zidane?” domanda il giornalista francese Frédéric Hermel a Parreno prima della proiezione. “Perché è un gentleman”.)
L’urlo di Roma
The stadium loop
Totti’s version
Campioni del mondo
nella foto: Carsten Holler