Romanticismo hi-tech

Su Panorama Web di questa settimana Federico Ugolini firma un pezzo dal titolo Artisti Digitali. Creano con il mouse, espongono solo in Rete. Io che mi occupo di arte digitale da anni naturalmente non potevo esimermi dalla lettura. Non l’avessi mai fatto, mi è andata la colazione per traverso, altrochè…

Si parte con il sottotitolo “realizzano quadri virtuali usando sistemi HI-TECH” e poi si prosegue con espressioni tipo: “cyberpittori”, “pennelli digitali”, “Net ARTE” (sic!). E non importa se critici e studiosi abbiano riversato fiumi di inchiostro cercando di definire le specificità di correnti come la Videoarte, la computer art, la Net Art. No, secondo il giornalista di Panorama sono tutti sinonimi.

Ma quali sono gli artisti che esemplificano meglio questa sorta di cyber-net-web-digital-computer art? Sorpresa! Sono GRAFICI e WEB DESIGNERS! E nemmeno la frangia d’avanguardia. Non parliamo di maghi dell’interfaccia, di geni dello stile grafico, di webguru. Qua si parla quasi esclusivamente della setta degli “adepti del fotoritocco”.

Infatti il primo sito citato si chiama www.graphiczoneonline.it. Vado a visitarlo e scopro che si tratta del “sito dedicato a Photoshop”. Allora provo con il secondo: www.noredstars.com. Un altro sito di web design. Ok, forse www.computer-grafica.com? Manco per sogno, sempre grafica e fotoritocco. Illustrano l’articolo immagini tipo: donna con parte inferiore del corpo composta di una mano enorme, il tutto sullo sfondo di un fosco cielo rossastro.Tanto valeva pubblicare i calendari di Max, con la differenza che lì l’uso di Photoshop è molto più raffinato…

Io poi pensavo che “l’Oscar della NETTARTE” fossero i Webby Awards, oppure la Nike di Ars Electronica…Invece no, si tratta dell’American Design Awards.

Ora io capisco che non sempre è facile distinguere l’arte digitale dalla grafica. E’ anche vero che la Net Art è un fenomeno misconosciuto. E’ vero pure che da sempre l’uomo tende ad usare metafore del vecchio per interpretare il nuovo. Ma io quando sento parlare di pennelli digitali, pittori virtuali, mostre interattive e cybercreativi, mi deprimo. Possibile che l’arte evochi ancora nell’immaginario collettivo sempre e solo pennelli, tavolozze, camici sporchi, basco e baffetti alla Dalì? Ecco la versione aggiornata del mito dell’artista romantico, una roba che nemmeno Schelling, Goethe e Croce tuttietreinsieme sarbbero stati in grado di partorire: “…si lasciano trasportare dai colori e sono sempre alla ricerca della sfumatura migliore, altri si ispirano con una breve navigazione on-line”

E cosa contraddistingue gli artisti digitali rispetto a quelli analogici? “Ispirazione, fantasia, creatività”. E vai col tango…