Silver future

Certo, mi ci sono volute quasi due ore di coda per entrare nel padiglione tedesco, ma il lavoro di Isa Genzken era senz’altro da vedere. Bizzarro, kitsch, plasticoso e riciclato. Inquietante e scombinato.
Il futuro che avevamo immaginato argentato e scintillante ora sembra avvolto nel domopak. Confezionato, a lunga conservazione e nonostante tutto, scaduto…

Back from Venice

Tornata dal girone infernale biennalesco. Piedi gonfi, testa piena di immagini, tartine e pezzi di pizza ancora da digerire. In generale, una biennale molto cupa, piena di armi, teschi, morti, feriti e guerre. Un gigantesco memento mori. Al via una sfilza di post sulle cose che mi sono piaciute. Parto con il numero uno: Dread, il video di Joshua Mosley (mostra di Storr ai Giardini)…

“During a nature walk, Pascal meets J.J. Rousseau in the forest. In their encounter they are not able to resolve their perspectives on the nature of things. They continue into darker territories where they meet a difficult reality that sets them apart…”

L’uomo nero

Storie di ordinaria quotidianità dell’uomo qualunque. In situazioni standard, in un posto qualsiasi, in un giorno non meglio precisato. Il portfolio (personal work) di Jean-Yves Lemoigne

p.s. sono in partenza per la Biennale. foto e resoconto al ritorno. e forse qualche post dalla laguna…

Who killed Bambi?

A dangerous criminal gang is riding the net. They act in the dark, exploring the most sinister places, in search for the bloody heart of talent and creativity. Their favourite victims are banality, conformism, lack of humor and good will at any cost. Killing Bambi is a good metaphor for their mission. They are unarmed, actually, but they can still hurt. So be careful…

The Bambi Killers proudly presents:

www.whokilledbambi.co.uk

special thanks: walt disney, sex pistols and all the fucking great bambi killers’ fans out there

a unified post by: andreaxmas + maricazottino + valentinatanni (aka The Bambi Killers…)

Fell in love with a painting

Non lo so perchè, ma mi sono letteralmente innamorata di questo quadro. E come ogni innamoramento che si rispetti, non ha nessuna spiegazione apparente (anche perchè il resto della produzione dell’artista non mi dice assolutamente niente). Forse tra un po’ scoprirò che anche lui ha i suoi difetti, che è un bugiardo, che russa e lascia in giro i calzini sporchi. Ma per ora mi sembra bbbellissimo. Buona giornata (davvero).

(p.s. il quadro è di Irina Baschlakow, in mostra alla galleria Battaglia di Milano)

Cose che vale la pena di rileggere

Sol LeWitt (1928 – 2007)

The artist may not necessarily understand his own art. His perception is neither better nor worse than that of others.

Banal ideas cannot be rescued by beautiful execution.

It is difficult to bungle a good idea.

When an artist learns his craft too well he makes slick art.

la versione integrale qui

Dentro al computer

Non so voi, ma a volte mentre lavoro al computer mi viene un insano desiderio di incorporeità. Vorrei, come dire, sospendere il mio rapporto con la fisicità per poter lavorare senza la distrazione del mal di schiena, dei formicolii e delle varie scomodità da postura sbagliata. Nathaniel Katz riflette sulla questione e propone un’alternativa. E se ci infilassimo, anche fisicamente, dentro al computer?

p.s. la causa della mia assenza è un ennesimo trasloco. ma se tutto va bene la casa stavolta dovrebbe essere quella definitiva…

[via vvork]

Deambulatorios de una jornada

La scorsa settimana sono stata a Fuerteventura per seguire l’inaugurazione del progetto
Deambulatorios de una jornada, en el principio y el proyecto Tindaya, prodotto dal
Centro de Arte Juan Ismael e curato dal mitico Nilo Casares. Oltre alla mostra presso il centro, che documenta alcuni lavori storici di Land Art e il progetto di Eduardo Chillida per la montagna Tindaya, Deambulatorios comprende un gruppo di spettacolari installazioni sparse per tutta l’isola, visibili, appunto, in una giornata di viaggio.

Qui c’è il set di foto che ho fatto. Prestissimo una recensione su Exibart.

Back from Irpinia

Tornata. Sana e salva. E grazie a Dio anche con le pile super-cariche. Mediaterrae è stato incredibile, un concentrato di energia, creatività, passione e vero scambio. Mi mancano già tutti. E mi mancano la tarantella, il caciocavallo, il preziosissimo divano di Sara, le risate, e persino la musica sparata a tutto volume la mattina per svegliarci. Ok, bando alla malinconia, lascio un po’ di link con foto e video. Si pensava di mettere su al più presto un blog per condividere i materiali e seguire il work in progress del DVD fino alla sua uscita. Vi tengo aggiornati…

(For non-speaking italian people: I’m back, I miss you all. Thanks a lot for the amazing week. Here are some photos and videos…)

Le mie foto
Le foto di Leandro
Le foto di Paolo
Burnt Friedman & Jaki Liebezeit – Anders Weberg & Robert Willim (video)
Deadbeat – Jeffers Egan (video)
Mediaterrae Night – Tarantella (video)
Rechenzentrum and Deadbeat/Jeffers Egan (video)
Burnt Friedman/Jaki Liebezeit /Anders Weberg/Robert Willim (video)

Mediaterrae

Periodo frenetico-isterico. Entusiasmi e adrenaline, alti e bassi, decisioni da prendere. Per dirla alla Carotone “vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto“. In attesa di ristabilire il consueto equilibrio instabile vi segnalo la mia ultima fatica. Il progetto si chiama Mediaterrae e ne sono molto orgogliosa. Tutte le info qua.
Se riuscirò a connettermi dai monti irpini posterò foto e resconti dell’avventura digital-carnevalesca. Stelle filanti colorate a tutti voi…

21st century bunny

21st Century Bunny is, like most bunnies, always alert…
Vigilant.
At all times.
Predators are everywhere.
Waiting for that one little moment he lets his guard down.
Stressed out, sleep-deprived, paranoid, unstable…
Tired of living in fear, 21st Century Bunny has armed himself.
All he ever wanted was to protect his way of life.
But, sadly, he’s become a danger to others.

Justin Novak

[via bunnylicious]