Multitasking

“Right now a torrent of moments is rushing past you that you will never, ever experience again. Isn’t it time that you reach out your arms and grab them before they slip away? As connectivity evolves into a human right, what you wear could affect how you see the past, what will happen in your future, and most crucially: how immediately you’re seizing the present. A global trend is in effect: read, record, repeat, plug in, log on, text up, tune in, drop out.”

on DIS magazine

Death by PowerPoint

powerpoint

Tutti sappiamo a quali livelli di tristezza e malinconia esistenziale può portare una brutta presentazione in Power Point. Ma imparare a costruire presentazioni utili, divertenti e persino creative si può. Qualche anno fa David Byrne (sic) proponeva Learning to Love Power Point, un tentativo di rendere le slide arte. Qualche sacrosanto consiglio pratico invece viene da questa presentazione…

Roba da bambini (tipo me)

(2007) Questo post è una storia di coincidenze e connessioni circolari. Il sito di Davis&Davis me lo ha segnalato via email Arianna (grazie!). Tra le foto della serie Childish Things trovo questi pupazzetti piangenti (foto a sinistra). (1980 circa) Io quei pupazzetti piangenti ce li avevo quando ero piccola, ed erano i miei preferiti. (1997) Quando ho comprato il primo computer li ho fotografati e scansionati. Quella di destra è la foto del mio personale pupazzetto piagnone. Non è finita. Davis e Davis si autopresentano con un’intervista su Coagula (Most Art Sucks), la mia rivista culto dal 2003. Back to the future.

Amen

L’immenso Jerry Saltz spiega cos’è la critica d’arte oggi. O meglio, come dovrebbe essere e non è. E come l’assenza di occhio e pensiero critico uccida l’arte. E tante altre cose. Che non potevano essere dette meglio di così…

“The best critics look for the same things in contemporary criticism that they look for in contemporary art. But they also have an eye. Having an eye in criticism is as important as having an ear in music. It means discerning the original from the derivative, the inspired from the smart, the remarkable from the common, and not looking at art in narrow, academic, or “objective” ways. It means engaging uncertainty and contingency, suspending disbelief, and trying to create a place for doubt, unpredictability, curiosity, and openness.”

Nati per provocare

Un mensile tedesco (vai a capire per quale bislacco motivo) ha voluto intervistare l’artista concettuale-beffardo-svizzero Gianni Motti e la scrittrice-lolita-bestseller Melissa P.. Insieme. Lui è quello della saponetta fatta con il grasso facciale di Berlusconi. Lei quella del vendutissimo 100 colpi di spazzola. Il filo conduttore tra i due sarebbe… che sono due provocatori.
Lo racconta la stessa Melissa in un post sul suo blog. Pare che l’intervista sia durata addirittura 5 ore e che si sia finiti a parlare della morte del papa e dell’ostentazione della sua salma. Definita dai due “pura e semplice pornografia”. Provocatori…

Art Fart

Il prossimo numero di Adbusters ruoterà intorno alla domanda: “L’arte può ancora cambiare il mondo?”. E’ possibile esprimere le proprie opinioni (le più interessanti verranno pubblicate) scrivendole in un form qui. Per ispirarvi, tra una risposta e l’altra, qualche pillola di saggezza. Tipo:

“Art without spirituality is cynical, manipulative, commercial and consumer oriented, ego centered, competitive, tired, afraid to die because it has not lived, fame seeking, exclusive, elitist, expensive, anthropocentric, and self-serving — just like politics without spirituality, health care without spirituality, or religion without spirituality.”
Matthew Fox

Do’stava (e che faceva)?

Sono di nuovo nell’afosa Roma. Al momento bunkerata in casa con l’aria condizionata a tutta birra. Nelle scorse settimane sono stata in Friuli, in Slovenia e in Croazia. Ho visto molte città straordiarie e spiaggette paradisiache: ho dormito più di quanto un essere umano possa realisticamente riuscire a fare, mangiato a quattro ganasce e letto finalmente qualche romanzo. Di arte non ne ho vista granchè ma qualche cosetta nei prossimi giorni ve la racconto. Qualche computer collegato l’ho effettivamente trovato, ma, lo confesso, la nullafacenza si era completamente impossessata di me. E’ uscito il mio primo articolo su Gulliver, nel numero di agosto. Argomento: progetti d’arte wireless. Ho invece smesso, dopo un anno e mezzo, di scrivere su Next Exit per problemi di incompatibilità con la redazione.

Ah, dimenticavo il lieto evento: tra 3 giorni, il 10 agosto, RANDOM compie due anni. La sua mamma è molto orgogliosa :-)

Most Art Sucks!

Mi ci sono imbattuta per caso un po’ di tempo fa e l’ho subito amata. Si tratta di Coagula, la rivista d’arte più politically scorrect del pianeta. Hanno pubblicato anche una raccolta delle loro chicche più velenose in un libro che si chiama Most Art Sucks. Ne trovate degli estratti in italiano qui.

Assolutamente mitiche le istant-biographies:

Andy Warhol

Lui vive con la mamma, va alle feste dei drogatelli, gli sparano.

Robert Rauschenberg

Lui fa l’artista, si ubriaca, vive di rendita.

Una vacanza di lavoro massacrante

Una proposta allettante dalla newsletter di Flash Art:

“Chi vuole venire a trascorrere una bellissima vacanza di lavoro a Praga? Qualcuno di voi, che sappia e voglia usare il trapano, che sappia attaccare alle pareti quadri e fotografie, sollevare sculture, ma soprattutto che sappia far funzionare proiettori VHS e DVD e parli inglese, e voglia trascorrere una indimenticabile settimana di lavoro massacrante con artisti e curatori a Praga, ci contatti. Si tratta ovviamente di un lavoro basato sul volontariato e sul desiderio di fare una preziosa esperienza curatoriale, una specie di stage full immersion. Purtroppo, chiunque si proporrà dovrà provvedere in modo autonomo a se stesso: trasporto, alloggio, ecc”