Due cose che si chiamano OIO


La prima è un film. Anzi, scusate, una cinepittura. Si tratta di un lungometraggio realizzato interamente riprendento pigmenti liquidi che si librano nell’aria. Le riprese sono poi state montate con abbondante postproduzione, ma l’effetto è decisamente riuscito, almeno a giudicare delle immagini e dal filmatino demo di OÏO. L’unica cosa che mi chiedo è se sia possibile sopportare una cosa del genere per 90 minuti (tale è la durata del DVD)…

La seconda cosa di nome OIO, richiamata alla mia mente da una leggiadra assonanza, è il miglior ristorante di cucina romana della città: “Da Oio a casa mia“. Piatto (vivamente) consigliato: tagliolini cacio e pepe.

Kissing Batman


La DC Comics minaccia la galleria Kathleen Cullen Fine Arts (Chelsea, NY) di intentare una pesante causa legale se gli acquarelli di Mark Chamberlain non verranno rimossi dalle pareti. I quadri in questione mostrano Batman e Robin in pose sfacciatamente omosessuali (baci, abbracci e nudità varie). La scena del bacio è molto romantica…

[via artforum news]

Fraintendimenti

Guardavo un documentario sull’Est europeo su Rai Uno stamattina e c’era una parte su Andy Warhol. Intervistavano un suo cugino cecoslovacco. Il signor Varhola raccontava: “Mia zia ci scrisse che in America Andy faceva il pittore, ma noi abbiamo sempre pensato che fosse imbianchino”.

Vernice Fresca

Abbiamo passato metà di questo ponte del 25 aprile a ridipingere le pareti di casa. Ho ancora gli schizzi di vernice qua e là e dolori muscolari sparsi, ma vuoi mettere la soddisfazione? Tra l’altro, questa cosa di dipingere ce l’ho nel DNA io, mica cavoli.

Mio nonno era imbianchino e aveva la mania di dipingere qualunque cosa gli capitasse a tiro: scatole, spazzole, tavoli, sedie…La sua bicicletta aveva più strati di una parete palinsesto del VII secolo d.C. Grattando potevi risalire a tutte le epoche egli stili precedenti: giallo canarino, rosa antico, verde pisello…Quale fosse il colore originale, però, non l’ho mai saputo.

Crescendo devo aver male interpretato questa vocazione ereditaria ostinandomi a voler frequentare il Liceo Artistico. Per fortuna mi sono resa conto in tempo di non essere una pittrice. Qualche mio quadro ancora sopravvive per casa dei miei genitori, ma quando qualcuno mi chiede notizie sull’autore io li attribuisco ad un naif russo degli anni Venti…L’unica cosa che ancora mi diverto a fare sono i murales in camera di mio nipote, lui si che apprezza!