Replaced Mona Lisa

Replaced Mona Lisa is a work by Mike Ruiz:

“The Mona Lisa with the lady selected then put through Content-Aware Fill (a Photoshop CS5 tool that automatically generates content based on the existing surrounding content of the image and fills in selected area). The resulting image is a potential landscape as interpreted by the software. The image was sent to an painting manufacturer in China where an oil painting was produced.”

La ragazza dei domini parcheggiati: la sconosciuta più vista di Internet

Vi sarà capitato di vederla. Digitate male un indirizzo internet, finite su un dominio che ha un nome simile, ma non proprio identico, e spesso compare lei, la studentessa bionda. Per qualche motivo, è diventata una specie di tradizione quella di mettere la sua foto sulle home page dei “domini parcheggiati” (ossia comprati ma non utilizzati, o utilizzati solo per piazzare pubblicità), una pratica che si chiama domain parking, in alcuni casi typo squatting.
La fotografia, scaricata da una delle tante “banche” di immagini disponibili online (in questo caso, iStockPhoto) ha circolato talmente tanto da spingere molti a fare delle ricerche sulla ragazza, sullo scatto e sulle ragioni della sua onnipresenza. Le prime notizie vengono date dallo stesso fotografo, Dustin Steller, che esce allo scoperto dichiarando di aver uploadato l’immagine nella banca dati di iStockphoto nel 2005 e aggiungendo che la ragazza nell’immagine non è altro che sua sorella Hanna (“è sposata felicemente”, precisa, rispondendo alle decine di ragazzi che si dichiaravano suoi pretendenti).

A spiegare il perché di tanta diffusione, ci pensa questo sito, che individua come responsabile la Demand Media, un’azienda americana che ha come core business proprio quello di acquistare domini e parcheggiarci un sacco di pubblicità sopra. Una pratica molto vicina allo spam, ma del tutto legale. Pare che sia stata proprio la Demand Media a piazzare la studentessa bionda in centinaia di siti, seguita poi da molti altri.
Naturalmente, la diffusione virale di un’immagine porta con sè un effetto collaterale inevitabile: l’appropriazione e la reinterpretazione della stessa. E così via a parodie e versioni modificate. Poi, qualche volta, arrivano anche gli artisti. Il californiano Parker Ito, con una classica operazione da artista “Post Internet”, e non senza dichiarate influenze warholiane, ha deciso di commissionare una serie di dipinti tratti dalla famosa fotografia tramite orderartwork.com, un sito cinese che fa “oil paintings on demand”. Un’icona sconosciuta, dipinta su commissione da pittori sconosciuti.

Untitled Painting

“In his one piece domain Untitled Painting (www.untitledpainting.com), Thomas Traum has embedded searchable satellite imagery from Google as the substrate for abstraction and for painting on top of, you can click away. He says it is in part inspired by the late 1980’s overpainted photographs of Gerhard Richter, which is more or less apparent, yet where Richter’s tourist photo style backdrop’s are fixed, Traums locations are fluid.”

[via painted etc]

Paintfx

PAINT FX is a painting collective/ club/ company/ brand/ website/ blog/ party consisting of Jon RafmanMicah Schippa and Parker Ito.

“We’re kinda like Jogging meets Poster Company meets shiny stuff, but we’re way juicier.  Each work featured on the site is intended to belong to the brand PAINT FX as opposed to the individual who created the work.  Maybe we’ll outsource some work too.  We started the project because we were popping huge boners off of juicy gestural marks and we thought it would be fun and easy to make a lot of those.  But PAINT FX doesn’t favor styles or themes, but favors shiny computer screens.  In that way we’re like the “Cool School” (Finish Fetish) or maybe we are the “Too Kewl School”.  We don’t all live in California, but we can be categorized geographically (the Internet, duhhhhhhhhhh!).   It should also be noted that PAINT FX favors quantity over quality. The content of these paintings is mostly determined by the software’s capabilities – Art Rage, Photoshop, Corel Painter etc.  I think we’re very interested in “materials and materiality”, but we slip in some painting references every once and a while (Josh Smith, Roy Lichtenstein, Warhol?).  In order to fully appreciate this project one must consider the site, the software, and the potential for these paintings to be transformed into objects (hint, hint).(Note: The statement for PAINT FX was written by Parker Ito, and may not necessarily reflect the perspectives of other participating members.)”

Painting Render Crash

Painting Render Crash

James Théophane Jnr‘s Painting Render Crash:

“Work asked me to contribute a piece of art for our reception. I decided to hack an old replica painting from Spitalfields Market, London (an old flea market on Thursdays). I built a motor using one of those kits you can get from good electronic stores, painted acrylic on canvas and cut out a spinning beach ball of death glued to mounting board.”

video here

Going to a town

Amy Casey dipinge case. Dipinge ammassi di case che si sforzano di diventare città. Ma rimangono cumuli di legno, ferro e cemento. Alcune sembrano appena atterrate, come astronavi, altre le ha portare un tornado, magari dal regno di Oz. Giurerei, però, di averne riconosciuta una, di queste città. E’ Ottavia:

Se volete credermi, bene. Ora dirò come è fatta Ottavia, città – ragnatela. C’è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettereil piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c’è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s’intravede più in basso il fondo del burrone. Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. Tutto il resto, invece d’elevarsi sopra, sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, otri d’acqua, becchi del gas, girarrosti, cesti appesi a spaghi, montacarichi, docce, trapezi e anelli per i giochi, teleferiche, lampadari, vasi con piante dal fogliame pendulo. Sospesa sull’abisso, la vita degli abitanti d’Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge.
(Italo Calvino, Le città invisibili)

1500 sedie vere invece, ammassate, sono più o meno così:

reccomended soundtrack