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Heaven and Hell
“Sweeney Todd” is a fable about a world from which the possibility of justice has vanished, replaced on one hand by vain and arbitrary power, on the other by a righteous fury that quickly spirals into madness. There may be a suggestion of hopefulness near the end, but you don’t see hope on the screen. What you see is as dark as the grave. What you hear — some of the finest stage music of the past 40 years — is equally infernal, except that you might just as well call it heavenly.”
[A. O. Scott sul NYTimes]
Tim, il Leone e la palla
Allora, io non amo le ricorrenze, ma per il Tim Burton Day farò un’eccezione. Per celebrare degnamente vi lascio il link a questo meraviglioso video dei migliori momenti di Ed Wood.
E ora ridete: nell’intervista Tim ha detto, a proposito dell’Oscar, “Bald, naked, man” e le maggiori testate italiane hanno tradotto “uomo nudo su una palla”? (corriere, repubblica). Quale sarebbe l’aggettivo? Balled? Il bello è che, non vedendo la famosa palla sotto la statuina dell’Oscar, hanno provato a sistemare con “specie di base circolare”. Traduzione creativa…
La sposa messa a nudo…
La Sposa Cadavere messa a nudo dai suoi autori… anche. In attesa dell’arrivo del film nelle sale italiane (previsto per le feste natalizie), ci possiamo leggere un gustosissimo dietro le quinte che spiega, tecnicamente, come è stato realizzato. Si tratta del primo lungometraggio in stop motion costruito interamente montando foto digitali con Apple Final Cut Pro.
La conclusione dell’articolo è degna di nota: “Digital filmmaking has long been considered a trade-off compared to 35mm filmmaking; digital was cheaper or could do things impossible with film, but at a cost to overall image quality. With Corpse Bride, this is no longer the case.”
*update: scopro, con immenso giubilo, che il film esce il 28 di ottobre
La fabbrica di cioccolato
Che mi sarebbe piaciuto lo sapevo già. Ma un Tim Burton così scanzonato, trash e citazionista non me lo aspettavo. Il film è infarcito di richiami alla storia del cinema (i film di Ester Williams, Kubrick, Hitchcock), ma soprattutto, per la prima volta, Burton si auto-cita esplicitamente e senza ritegno. Tra tutte le perle gettate qua è là nella pellicola quella che preferisco è la scena in cui si tosano delle pecore dal vello rosa, evidente richiamo ai golfini d’angora total pink di Ed Wood. Ultima considerazione: in alcune scene la cura estetica di inquadrature, ombre e colori è talmente alta che sembra di vedere Matthew Barney (perdonate l’allucinazione da critico d’arte in sovraccarico di immagini).
Una fugace apparizione per dire…
che Big Fish è molto più bello di quanto potessi immaginare.
Il bambino tossico
I personaggi dei disegni di Tim Burton, già conosciuti e amati dalla sottoscritta grazie al libro Morte malinconica di un bambino ostrica e altre storie, diventano ora protagonisti di una serie di filmati flash. Firmati da Burton e realizzati dagli studi Flinch. Imbattibile l’episodio di Roy the Toxic boy.
To those who knew him
-his friends-
we called him Roy.
To others he was known
as that horrible Toxic Boy.
He loved ammonia and asbestos,
and lots of cigarette smoke.
What he breathed in for air
would make other people choke!
His very favorite toy
was a can of aerosol spray;
he’d sit quietly and shake it,
and spray it all the day.
He’d stand inside the garage
in the early-morning frost,
waiting for the car to start
and fill him with exhaust.
The one and only time
I ever saw Toxic Boy cry
was when some sodium chloride
got into his eye.
One day for fresh air
they put him in the garden.
His face went deathly pale
and his body began to harden.
The final gasp of his short life
was sickly with despair.
Whoever thought that you could die
from breathing outdoor air?
As Roy’s soul left his body
we all said a silent prayer.
It drifted up to heaven
and left a hole in the ozone layer.
(tim burton)
Una versione ipertestuale della raccolta di poesie e disegni la trovate qui