[via buzzfeed]
Posts Tagged → toy
Belli dentro
Kent Rogowski prende i pupazzi e li rivolta come calzini…
[via boing boing]
Roba da bambini (tipo me)
(2007) Questo post è una storia di coincidenze e connessioni circolari. Il sito di Davis&Davis me lo ha segnalato via email Arianna (grazie!). Tra le foto della serie Childish Things trovo questi pupazzetti piangenti (foto a sinistra). (1980 circa) Io quei pupazzetti piangenti ce li avevo quando ero piccola, ed erano i miei preferiti. (1997) Quando ho comprato il primo computer li ho fotografati e scansionati. Quella di destra è la foto del mio personale pupazzetto piagnone. Non è finita. Davis e Davis si autopresentano con un’intervista su Coagula (Most Art Sucks), la mia rivista culto dal 2003. Back to the future.
Art Army
Michael Leavitt ha costruito un esercito di action-figures dedicate a personaggi (vivi e morti) del mondo dell’arte, della musica e dello spettacolo. Sono tutti pezzi fatti a mano e c’è anche la versione statuina da torta…
“Living artists are just as good as dead ones. Starving artists are skinny and cranky. Hungry artists get paid. People don’t just need food to survive. We’re tired of eating what we’re fed. There are warriors that bleed for no metal, and a battle that’s actually worth fighting for at home, inside us all. The Art Army® fights for passion, at war for the rest of us.”
[via eyebeam]
Revisionismo
Marina Bychkova costruisce bambole di porcellana dall’aspetto ambiguo e disturbante. Con i volti sognanti e le membra snodabili. Uno dei suoi lavori più noti si ispira alla favola di Biancaneve. Avanzando un dubbio: e se il principe azzurro fosse un necrofilo?
La strana coppia
Mi rassegno. E’ di nuovo estate. Mentre combatto con il tasso di umidità e la temperatura percepita, vi segnalo questa bizzarra coppia di statue svestite. A sinistra Hymn, di Damien Hirst (1996), a destra uno strepitoso toy firmato Kaws.
[via intoyswetrust / thanks andrea!]
Parodie e pupazzi
Il mondo dell’arte secondo Eliott Arkin…
La relatività secondo Escher (Lego Version)
Su questo sito (raggiungibile solo tramite web archive)è possibile vedere una versione realizzata interamente con i mattoncini Lego del famoso “Relativity” (1953)di M.C. Escher. Tre diversi livelli di forza di gravità convivono nella stessa immagine. Qui c’è l’immagine di un’altra costruzione celebre di Escher, il Belvedere. Per capire come si possano trasferire alcune immagini “impossibili” in costruzioni reali è utile dare un’occhiata a “Escher for Real“.
[via caymag]