Mi rassegno. E’ di nuovo estate. Mentre combatto con il tasso di umidità e la temperatura percepita, vi segnalo questa bizzarra coppia di statue svestite. A sinistra Hymn, di Damien Hirst (1996), a destra uno strepitoso toy firmato Kaws.
[via intoyswetrust / thanks andrea!]
ho letto di hirst proprio stamattina sul corriere, in occasione della vernice alla Royal Accademie, le impietose critiche
che riporto integralmente…
"Nelle critiche dei giornali londinesi si tratta di «un altro effetto pubblicitario, assolutamente insignificante», «ancora un gradino più in basso nella discesa agli inferi dell’arte». «Non provo nemmeno choc, lo trovo semplicemente noioso. È solo un uomo d’affari molto abile» ha detto Robert Simon, direttore del British Art Journal. Giudizio simile da parte di David Lee, direttore della rivista di critica artistica The Jackdaw: «Non penso che abbia messo insieme le tre pecore per motivi artistici. Non lo ha fatto neanche da solo: ha uno staff di 75 assistenti. Ma siccome ci guadagna un sacco di soldi, dico: buona fortuna a lui, nella storia dell’arte sarà ricordato come un opportunista e carrierista», ha detto al Daily Mail"
(duchamp)