L’artista californiano Richard Jackson intrattiene uno strano rapporto con gli animali. E le sue installazioni sono un mix di pop e sgocciolamenti informali…
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Blendie
I lavori di Kelly Dobson parlano del rapporto tra esseri umani e macchine. Le sue tecnologie hanno comportamenti espressivi ed empatici, reagiscono agli stimoli, sembrano confrontarsi con l’umano. Blendie è un frullatore anni Cinquanta modificato in modo da interagire con il suono della voce:
In Blendie a mix of design, art, engineering, and psychotherapy inform the interaction facilitated between participants and the familiar blender. An empathic opportunity is made manifest emphasizing and utilizing the aspects of blenders that are not what have been traditionally designed into them intentionally – i.e. their incredible sound and vibration – but that nevertheless have large roles in our interaction and approach to them.
Damien of the Dead
Ci voleva un po’ di Messico, di macabro e vitale Messico, per riaccendere la vena creativa di Damien Hirst. Ecco le opere della nuova mostra del corifeo contemporaneo della morte, a Mexico City, presso la galleria Hilario Galguera. Qui una serie di immagini della mostra, qui un articolo e qui una strepitosa intervista a Hirst alla vigilia dell’opening:
Damien Hirst’s Mexican show, which opens on 23 February, if the shark gets through customs, is called The Death of God. The first thing the curious and the faithful will see as they ascend the steps to the gallery is a snow-white dove, its wings spread wide as if in flight. Beneath it, on the floor of the formaldehyde-filled tank, sits a human skull. It is called The Inescapable Truth.
When I tell Hirst it seems more hopeful than much of his work in the same vein, he seems slightly offended. ‘Hopeful for you, maybe,’ he mutters, ‘but, the guy’s definitely dead, and the bird’s not fucking going anywhere either.’
Camaleonti
Sarebbe bello poter, di tanto in tanto, diventare invisibili. Confondendosi totalmente con l’ambiente circostante. Per proteggersi dalle piccole e grandi aggressioni quotidiane, o magari solo per starsene un po’ in pace. Le fotografie di Désirée Palmen raccontano con ironia questa aspirazione. Naturalmente, riflessioni esistenziali a parte, il bersaglio polemico è la videosorveglianza.
[via neatorama]
Disastri e altre storie
Lori Nix è una fotografa statunitense. I suoi scatti si ispirano ai disaster movies degli anni Settanta, ma anche alla sua infanzia in Kansas, lo stato americano che più di tutti sembra attrarre i cataclismi naturali. Nelle fotografie della Nix, scattate sopo aver ricostruito modelli in miniatura, ci sono tornadi, alluvioni, carestie, invasioni di insetti. In un’atmosfera sempre tesa tra realtà e illusione.
[via artkrush]
Meteo
C’è aria di tempesta nel mondo delle uova. Ma anche a Roma è un po’ nuvoloso.
Tarta-teschio-camper
Si chiama Stay Home Turtle ed è frutto del genio visionario di Jeremy Fish.
[via core77]
Hulk in scatola
L’artista coreano Dong Wook Lee dà vita a strane creature. Tutte alte due mele o poco più. Ma anche meno…
Un suo lavoro è attualmente esposto a Modena nella mostra Egomania.
Nella foto: Green Giant, 2003
Pop-blicità
Andy Warhol protagonista di uno spot giapponese per TDK. Era il 1983…
[via blogyourmind]
Ditelo con il neon
Fino al 2 aprile 2006 è aperta presso la Hayward Gallery di Londra, una grande retrospettiva sul lavoro di Dan Flavin, l’uomo che ha reso il neon celebrale poesia. In occasione della mostra, è stato creato un sito web (Dedications) dove creare il proprio assemblage di tubi luminosi e poi dedicarlo a qualcuno. Ipnotico.
Artista vetrinista
Il cinese Wang Qingsong ha realizzato una vetrina per Selfridges, a Londra. L’installazione si chiama Follow Me. Quando si dice seguire le mode…
[via daily times]
Deflagrazioni
Le opere di Begoña Morales. Ovvero la scultura come fermo immagine…
[via exibart]
Umanoidi
Alla Konsthall di Malmö sta per inaugurare una grande mostra del brasiliano Ernesto Neto. Tra i suoi lavori, sempre di enorme suggestione, vi segnalo Humanoids, sculture morbide che i visitatori sono invitati a indossare. Infilandocisi dentro tramite piccole e scomode aperture. Per provare l’esperienza di una nuova, aliena, corporeità.
Parodie e pupazzi
Il mondo dell’arte secondo Eliott Arkin…
Scheletri
All’interno della mostra Notre histoire, allestita al Palais de Tokyo di Parigi, spicca l’opera di Adel Abdessemed, Habibi (2003). E’ uno scheletro umano gigantesco, sospeso, lungo 17 metri. Ehm. Mai sentito parlare di Gino De Dominicis? Il suo Calamita Cosmica (1990 – 24 metri di lunghezza), di gran lunga più inquietante, con il naso da pinocchio e la lancia nella falange, è stato di recente ricostruito ed esposto ad Ancona (Mole Vanvitelliana, giugno – ottobre 2005).
Giochi di percezione
Ieri sera ha aperto al MACRO di Roma la mostra di Leandro Elrich, giovane e promettente artista argentino.
Le opere? “Un ascensore che non sale e non scende, una piscina in cui non si può nuotare, uno specchio che non riflette, una tromba delle scale visibile solo frontalmente, luci che filtrano al di sotto di una porta che si apre invece su una stanza buia.”
Le ultime due citate sono visibili nella mostra romana, che vale una visita. Anche il sito web di Elrich è da visitare. Nonostante l’interfaccia non proprio furba e i vari caricamenti flash.
Il pulsante errato
Loro si chiamano Atrium Project (Riccardo Arena e Claudia Dallagiovanna). Realizzano video, installazioni e ceramiche. Queste ultime, in particolare sono geniali. Tutta da spulciare la galleria sul loro sito (fate attenzione ai titoli).
Nella foto: Premere qui per aprire un’immagine .jpg dell’ultimo uomo che rimarrà sulla terra, maiolica dipinta a mano, 10×10 cm
Art that moves you
Red Shoe Delivery Service è un collettivo di artisti di Portland (US). Prelevano la gente per la strada, gli offrono un passaggio per la destinazione verso cui sono diretti e, durante il viaggio, mostrano le loro opere. Ma per salire sul camioncino bisogna prima infilare le scarpette rosse (quelle di Dorothy del Mago di Oz) e recitare la formula magica: “There’s no place like…”
Qui un video di una delle performance, a New York nel 2003.
[via DVblog]
Bozzoli
Bea Camacho, durante una performance durata 11 ore, si è sferruzzata da sola una specie di bozzolo. Che finisce per inglobarla quasi tutta…
[via glubibulga]
Sneakers tribali
Tornando alle cose viste a New York, vale la pena di segnalare i lavori del canadese Brian Jungen, esposti al New Museum. Due le opere che mi hanno colpito. Gli enormi scheletri di cetaceo fatti con le sedie di plastica (quelle da giardino proprio) e le maschere cerimoniali degli Indiani Dàne-Zaa costruite con le scarpe da ginnastica (Nike Air Jordan, nello specifico). Una strana commistione, specie in queste ultime, tra cultura pop e antichi rituali…