Ladre di mutande

So già che con questo post attirerò decine e decine di navigatori in cerca di siti osè. Li saluto tutti e gli auguro buona fortuna (pure buon natale va). Ma una considerazione mi sento di farla. Nel mio unico tour de shopping di queste vacanze natalizie ho notato un’inquietante corsa al perizoma. Frotte di ragazzine fanno a gara a chi trova e regala la mutanda più striminzita. Meglio se rossa e di pizzo. Sono stata mezz’ora in un negozio e ho visto entrate decine di dodicenni, comprare un perizoma e andare via. Inquietante.

Alla fine: il colpo di scena. Entra l’ennesima ragazzina, si guarda intorno, trafuga un paio di perizoma modello capodanno (con tanto di babbo natale) e prende con tranquillità la porta.

Amici dello stampatore

Lo so che la questione dei traduttori automatici non è nuova. E di episodi esilaranti ne abbiamo visti molti.

Però oggi, quando ho visto il link in fondo a questa pagina, ho riso ancora una volta… La voglio mettere anche a questo blog la versione amichevole degli stampatori…

La meravigliosa vita dei laureati in lettere

Luciano mi ha comunicato l’esistenza di questo libro. E Giulio ne fornisce un gustoso estratto:

Rino si rendeva conto di far pena. Un laureato in lettere disoccupato è una vista che spezza il cuore ai sassi. Un laureato in lettere disoccupato è uno che ha preso l’autostrada della vita, ha seguito per sbaglio dei cartelli di lavori in corso e adesso non sa più come rimettersi in corsia. Niente al mondo è più inutile di un laureato in lettere disoccupato. Un asteroide caduto fuori dalla sua galassia ha più motivo di esistere di un laureato in lettere disoccupato. Un neutrino che vive per un miliardesimo di secondo porta più contributi all’universo di un laureato in lettere disoccupato. Una mutazione genetica sterile è più soddisfatta del suo ruolo nell’evoluzione della specie di quanto non lo sia un laureato in lettere disoccupato. Per questo a Rino non dispiaceva l’idea di vivere per una settimana nel palazzo di Renato […] dove tutti i laureati in lettere avevano un lavoro. Era come traghettare l’Acheronte al contrario ed essere riammesso tra i vivi…

Alessandro Carrera, La meravigliosa vita dei laureati in lettere, Sellerio 2002

Aggiusta il suo computer Bill!

Secondo il Corriere della Sera il nuovo virus Lovsan-Blaster ha queste frasi scritte nel codice: “Voglio proprio dire I love San” e “Perché hai permesso tutto cio’? Smettila di fare soldi e ripara il suo computer”.

Versione in lingua originale: “I just want to say LOVE YOU SAN!! billy gates why do you make this possible? Stop making money and fix your software!!”

Ma chi gliele fa le traduzioni, Babelfish?

Most Art Sucks!

Mi ci sono imbattuta per caso un po’ di tempo fa e l’ho subito amata. Si tratta di Coagula, la rivista d’arte più politically scorrect del pianeta. Hanno pubblicato anche una raccolta delle loro chicche più velenose in un libro che si chiama Most Art Sucks. Ne trovate degli estratti in italiano qui.

Assolutamente mitiche le istant-biographies:

Andy Warhol

Lui vive con la mamma, va alle feste dei drogatelli, gli sparano.

Robert Rauschenberg

Lui fa l’artista, si ubriaca, vive di rendita.

Do you speak camomilla?

Non voglio scrivere l’ennesimo post sulle parole chiave assurde inserite nei motori di ricerca e ritrovate nelle statistiche del proprio sito. Si sa che il divertimento è assicurato (qualcuno è finito qui sperando di trovare ragazze nude nel fango, fabbriche di tovaglioli da bar, imbianchini e massaggiatrici…).

Quello di cui voglio parlare è una cosa un po’ diversa. Ho scoperto che c’è (tanta) gente che fa ai motori di ricerca delle vere e proprie domande. Come se parlasse con una persona. Anzi peggio. Come se parlasse con uno STRANIERO. Faccio degli esempi:

“maurizio vanni critico d’arte suo sito”

“professione vacanze quando in onda?”

“Costacurta laureato?”

Mi ricordano tanto mia mamma. Fu memorabile quando, cercando di istruire la nuova domestica rumena dei miei nonni (appena arrivata e assolutamente digiuna di italiano) sul contenuto della dispensa, le diceva urlando e sillabando: “QUE-STA CA-MO-MIL-LA”. E allo sguardo interrogativo di lei si sforzava di essere più chiara: “CA-MO-MIL-LA!!! CALMANTE, SEDATIVO!!!”

E’ vero ma non ci voglio credere

Dovevo ancora riprendermi dal misto di ilarità, indignazione e incredulità seguito alla lettura dell’articolo di Gianluca Neri su Gnueconomy riguardante il volantino di Forza Italia e la bandiera della pace. Poi apro il giornale e…apprendo dalla cronaca di Roma del Messaggero che il sindaco di San Felice Circeo (Latina), tal Giuseppe Schiboni, ha scritto di suo pugno una bella letterina a Bush. Lo scopo della missiva è di “esprimere solidarietà personale” al presidente USA. Ma la notizia assume toni che definirei surreali quando si specifica che, allegato alla lettera, c’era un assegno!!!! Il geniale sindaco (una caramella a chi indovina di che partito…) ha deciso infatti di devolvere il suo intero stipendio (2490,58 Euriiii) al caro George W. E si ripromette di continuare a farlo fino alla caduta definitiva di Saddam Hussein…