Silver future

Certo, mi ci sono volute quasi due ore di coda per entrare nel padiglione tedesco, ma il lavoro di Isa Genzken era senz’altro da vedere. Bizzarro, kitsch, plasticoso e riciclato. Inquietante e scombinato.
Il futuro che avevamo immaginato argentato e scintillante ora sembra avvolto nel domopak. Confezionato, a lunga conservazione e nonostante tutto, scaduto…

Deambulatorios de una jornada

La scorsa settimana sono stata a Fuerteventura per seguire l’inaugurazione del progetto
Deambulatorios de una jornada, en el principio y el proyecto Tindaya, prodotto dal
Centro de Arte Juan Ismael e curato dal mitico Nilo Casares. Oltre alla mostra presso il centro, che documenta alcuni lavori storici di Land Art e il progetto di Eduardo Chillida per la montagna Tindaya, Deambulatorios comprende un gruppo di spettacolari installazioni sparse per tutta l’isola, visibili, appunto, in una giornata di viaggio.

Qui c’è il set di foto che ho fatto. Prestissimo una recensione su Exibart.

Gadget culture

Reduce dalla Biennale di Architettura (qui il photo-set della trasferta), vi segnalo l’incontenibile vitalità del padiglione ungherese. Il progetto Re:orient / Migrating Architectures è una riflessione sulla crescente influenza della cultura cinese. Le installazioni sono fatte di pinguini, gattini miagolanti, macchinine giocattolo e componenti low-tech (e low cost) di vario genere. La cultura del gadget che si fa progetto architettonico…

Would You Like Your Eggs A Little Different This Morning?

A Milano, presso la galleria Massimo De Carlo, è in corso la personale di Elmgreen & Dragset, duo di artisti scandinavi con base a Berlino. Protagonista del progetto un manichino-avatar in tre versioni: ricco, middle-class e squattrinato. Ma tutti gli Andrea Candela (questa l’identità del personaggio) sono collegati al mondo tramite reali apparecchiature tecnologiche: un computer in rete, un iPod, un cellulare. E sono titolari di abbonamenti del tram, tessere associative, profili nelle chat room.

Dagli autori del negozio di Prada nel deserto e della roulotte in gitarella nelle viscere della terra, una riflessione sull’identità nell’età contemporanea. Nel testo che accompagna il progetto si legge:

Sei un essere perfezionato in una società perfezionata. Post-umana. Post-sessuale. Post-individuale. Vedi i corpi perfetti nei giornali patinati e fissi le brutte facce consumate di quelli che piangono i morti in altre parti del mondo. Vuoi soddisfare i tuoi bisogni; hai bisogno di un paio di antidolorifici per alzarti; hai bisogno di musica alta e di qualcuno che ti desideri e che ti dica quanto sarà speciale questo giorno.

Stonefridge

Sono circa 8 anni che Adam Horowitz lavora al suo Stonefridge, utilizzando decine di frigoriferi usati. Il monumento (o forse sarebbe meglio dire l’anti-monumento) è a Santa Fe, nel Nuovo Messico. Un photo set di Flickr mostra però come l’opera, ancora non finita, sia in stato di degrado e soggetta a vandalismi. Qui c’è un articolo che racconta il progetto e qui una visione dall’alto di Googlesightseeing.

[via placebokatz]

Centrini

Ancora una volta, il ricamo. Che con discrezione, metodo e snobismo continua a dominare la scena dell’arte contemporanea internazionale. Ne avevamo già parlato qualche tempo fa. Stavolta segnalo il lavoro di Hildur Bjarnadottir. Soprattutto le sue inquietanti rivisitazioni dell’oggetto più demodè e malinconico che ci sia: il centrino…

[via winter sleep]

You are beautiful

Una grata, in un luogo qualsiasi. E una scritta fatta di tazze di plastica: You are beautiful. Che si trasforma con il passare dei giorni, e delle persone. Che muovono le tazze nella griglia come pixel su un display.

 

Giochi di percezione


Ieri sera ha aperto al MACRO di Roma la mostra di Leandro Elrich, giovane e promettente artista argentino.
Le opere? “Un ascensore che non sale e non scende, una piscina in cui non si può nuotare, uno specchio che non riflette, una tromba delle scale visibile solo frontalmente, luci che filtrano al di sotto di una porta che si apre invece su una stanza buia.”
Le ultime due citate sono visibili nella mostra romana, che vale una visita. Anche il sito web di Elrich è da visitare. Nonostante l’interfaccia non proprio furba e i vari caricamenti flash.

Il pulsante errato


Loro si chiamano Atrium Project (Riccardo Arena e Claudia Dallagiovanna). Realizzano video, installazioni e ceramiche. Queste ultime, in particolare sono geniali. Tutta da spulciare la galleria sul loro sito (fate attenzione ai titoli).

Nella foto: Premere qui per aprire un’immagine .jpg dell’ultimo uomo che rimarrà sulla terra, maiolica dipinta a mano, 10×10 cm

Sneakers tribali


Tornando alle cose viste a New York, vale la pena di segnalare i lavori del canadese Brian Jungen, esposti al New Museum. Due le opere che mi hanno colpito. Gli enormi scheletri di cetaceo fatti con le sedie di plastica (quelle da giardino proprio) e le maschere cerimoniali degli Indiani Dàne-Zaa costruite con le scarpe da ginnastica (Nike Air Jordan, nello specifico). Una strana commistione, specie in queste ultime, tra cultura pop e antichi rituali…

Città in valigia


L’artista cinese Yin Xiuzhen è l’autrice di Portable Cities. L’opera è composta da 6 valigie contenenti i modelli in miniatura di altrettante città. Palazzi, strade e ponti sono fatti con vecchi vestiti e altri materiali riciclati trovati dall’artista per le strade di ognuno dei centri urbani rappresentati.
Nella valigia di New York City, che risale al 2003, ci sono due bellissime torri gemelle trasparenti fatte in un materiale che sembra organza.

[via greg.org]

Shivavespa


Lui si chiama Mark Hosking ed è inglese. Nelle sue opere semplici oggetti d’uso quotidiano si trasformano completamente, diventando bizzarri macchinari che servono scopi non propriamente utili. Oppure trasfigurandosi in altri oggetti, con nuove, imprevedibili funzioni.
La sua opera più famosa si chiama Shivavespa (foto). La raggiera di specchietti retrovisori serve da pannello solare per produrre calore diretto ad una pentola. Diventando così una macchina per cucinare. In Airbag-Growbag invece, un airbag esploso in un incidente d’auto diventa un vaso per una pianta di limoni…