Conatus: Night of the Dancer, a video by Boris Achour…
[via vvork]
“Hollywood directors dreamed of it: the breakfast machine. Imagine a contraption that sets a chain reaction in motion at the push of a button, frying eggs, juicing oranges, brewing coffee, making toast, and serving it all on a plate with jam, meat and cheese. What a perfect way to start the day!…”
The Breakfast Machine, by Yuri Suzuki and Masa Kimura for Platform21. More photos here…
Just found out about Sasha Frolova, singer and performance artist from Moscow. I’m officially a fan…
[via iheartmyart]
The Tree (2006), is an artwork by Sebastian Errazuriz:
“A 10-meter high, real magnolia tree planted in the center of Chile’s National Stadium where dictator Pinochet tortured political prisoners 30 years ago. For a week the stadium was open to the public as a park. A soccer match played before 15,000 people, with the tree in the middle, was the closure of the piece.”
[via iheartmyart]
Common Task is a project by Pawel Althamer.
“Common Task is a documented group activity, a social sculpture, realised within the science – fiction formula. The artistic project is a combination of an activity performed in public spaces with the social aspects such as exclusion related to the systemic transformation process, self-organisation and bottom-up initiatives which may change the world and shape the future. In broader terms, the Project alludes to the ideals of freedom and solidarity.”
[via new art]
Stuart Sample is using a machine that makes flying happy faces (using glycerin, food dye, and helium)…
[via makezine]
In 2004, Francis Alÿs collaborated with the National Portrait Gallery to create a piece generated by the gallery’s state-of-the-art internal CCTV system. Surveillance cameras observe a fox exploring the Tudor and Georgian rooms of the Gallery at night…
Yuri Suzuki‘s “Amateur Music Production” is a live event that recently took place in Luxembourg as a part of Coalition of amateurs exhibition at Mudam. During one afternoon, the music of three punk bands was played, recorded and immediately pressed on vynils (which are now on sale in the museum shop). More photos here.
[via designboom]
Un grattacielo avvolto in 18 milioni di tonnellate di gelatina alla fragola…
“Your outdated ideas of what terrorism is have been challenged,” an unidentified, disembodied voice announces following the video’s first 45 minutes of random imagery set to minimalist techno music. “It is not your simple bourgeois notion of destructive explosions and weaponized biochemical agents. True terror lies in the futility of human existence.”
[via Newsgrist]
*update: nel frattempo, in quel di Roma, la Fontana di Trevi diventa rosso sangue (o rosso carpet…) – foto – video
Un progetto di Emanuelle Antille e Jean-Luc Manz. Una casa per le bambole a dimensione “umana” è stata il palcoscenico per le esibizioni di 11 rock band durante l’estate a Môtiers, in Francia. Rock Da Dollhouse!
[via moreismore]
Il mondo (e la laguna) visti attraverso gli occhi di Hyungkoo Lee. Straordinario protagonista del padiglione coreano di quest’anno a Venezia (dove ci sono i suoi famosi scheletri dei cartoon – qualche foto nel set di flickr)…
Non so voi, ma a volte mentre lavoro al computer mi viene un insano desiderio di incorporeità. Vorrei, come dire, sospendere il mio rapporto con la fisicità per poter lavorare senza la distrazione del mal di schiena, dei formicolii e delle varie scomodità da postura sbagliata. Nathaniel Katz riflette sulla questione e propone un’alternativa. E se ci infilassimo, anche fisicamente, dentro al computer?
p.s. la causa della mia assenza è un ennesimo trasloco. ma se tutto va bene la casa stavolta dovrebbe essere quella definitiva…
[via vvork]
E’ in corso a Shangai l’ultima mostra del poliedrico artista svedese Tobias Bernstrup. I suoi lavori sono un disturbante mix di estetiche: i videogiochi e il transgender, il gotico e il pop, la fantascienza e il retrofuturo, i fumetti e il cinema. Ad inaugurare la mostra una performance con mantide e cosplayers…
Rimaniamo in tema di favole disneyane. L’artista francese Catherine Baÿ porta avanti da diversi anni un progetto performativo incentrato sul personaggio di Biancaneve. Blanche Neige moltiplica le Biancanevi in giro per il modo, e le fa muovere in contesti quotidiani. Dalla cucina, al salotto, al tapis roulant…
[via eyebeam]
Aleksandra Mir è un’artista polacca. Tra il 2003 e il 2004 ha realizzato il progetto The Big Umbrella. Facendosi fotografare in giro per il mondo accompagnata da un ombrello enorme (240 x 160 cm), che può riparare dalla pioggia circa 16 persone.
D’altra parte, per una pioggia grande ci vuole un ombrello grande…
Red Shoe Delivery Service è un collettivo di artisti di Portland (US). Prelevano la gente per la strada, gli offrono un passaggio per la destinazione verso cui sono diretti e, durante il viaggio, mostrano le loro opere. Ma per salire sul camioncino bisogna prima infilare le scarpette rosse (quelle di Dorothy del Mago di Oz) e recitare la formula magica: “There’s no place like…”
Qui un video di una delle performance, a New York nel 2003.
[via DVblog]
Bea Camacho, durante una performance durata 11 ore, si è sferruzzata da sola una specie di bozzolo. Che finisce per inglobarla quasi tutta…
[via glubibulga]
A prima vista sembra una trovata tecnologica divertente. Il tetris giocato sulla facciata di un palazzo, accendendo e spegnendo le luci nelle stanze. Un po’ come Blinkenlights. Poi ci si accorge che non c’è un computer che controlla l’accensione delle luci, ma un gruppo di ragazzini che corre su e giù per corridoi e scale all’interno del palazzo. Il video si chiama Game Over ed è firmato da un team di russi, of course. Si chiamano Vadim Vyazantsev, Sergei Zilin e Dmitry Karpov. Imperdibile.
Una piccola imbarcazione senza equipaggio si è aggirata per le coste britanniche per oltre un mese. Attraccando ogni notte in un porto diverso, tra cui Peterhead, Stonehaven, Anstruther, Eyemouth e Farne Islands. Partita alla fine di giugno, Sixareen (questo il nome dell’imbarcazione), raggiungerà oggi il suo traguardo finale: Newcastle-upon-Tyne.
La “nave fantasma” (Ghost Ship), frutto di una lunga progettazione di equipe, non è altro che l’ultima opera di public art dell’artista americano Chris Burden, passato a progetti più soft dopo gli eccessi di gioventù. E’ passato alla storia dell’arte, infatti, per essersi fatto sparare addosso -su un braccio, per la precisione- da un amico. Era il 1971…