Rouen Fm 95.2


Ve li ricordate i Supergrass? Sono tornati con un album dal titolo e dalla copertina molto ispirati. Si chiama Road to Rouen e si può ascoltare sul web, sul sito dedicato. A fare da interfaccia, neanche a dirlo, una vecchia autoradio. Avvertenza: una volta ascoltata la traccia n.5 (Coffee in the pot) non potrete mai più farne a meno. Hey!

p.s. questo è un post a blog unificati: valentinablog + andreaxmas

Auto-referenze


E’ uscito il libro Doom. Giocare in prima persona, a cura di Matteo Bittanti e Sue Morris. C’è anche un mio saggio sul rapporto tra FPS e arte contemporanea. Il volume fa parte di una fantastica collana di testi critici sui videogiochi e il videogiocare.

Domani partecipo ad un convegno a Padova nell’ambito di Videopolis, festival di cinema, video e corti sul tema della città. Quest’anno il tema è particolarmente affascinante. Si intitola Nero metropolitano: il lato oscuro della città. Parlerò di città tecnologiche e cupe visioni del futuro, dell’ambiente metropolitano visto dagli artisti e della rete come spazio pubblico.

*nella foto un’opera dell’artista francese Laurent Grasso

Boutique vs ambulante


Eric Doeringer è un giovane artista newyorkese. Da quattro anni ormai produce piccole riproduzioni di quadri famosi di artisti contemporanei (la serie bootlegs). E li vende con un banchetto per la strada, in genere all’ingresso di musei, fiere e grandi mostre (qui una sua intervista).
Qualche settimana fa è stato protagonista di un episodio curioso. Un gallerista di Manhattan, Mike Weiss, ha chiamato la polizia per farlo sgomberare. Quando Doeringer ha chiesto spiegazioni, Weiss ha risposto che non aveva piacere di “vedere gente che vende quadretti per la strada”, mentre lui paga un costoso affitto per la galleria, dove “vende quadri da 30.000 dollari”. Temeva forse che qualche facoltoso collezionista potesse decidere di andare al risparmio?

Shivavespa


Lui si chiama Mark Hosking ed è inglese. Nelle sue opere semplici oggetti d’uso quotidiano si trasformano completamente, diventando bizzarri macchinari che servono scopi non propriamente utili. Oppure trasfigurandosi in altri oggetti, con nuove, imprevedibili funzioni.
La sua opera più famosa si chiama Shivavespa (foto). La raggiera di specchietti retrovisori serve da pannello solare per produrre calore diretto ad una pentola. Diventando così una macchina per cucinare. In Airbag-Growbag invece, un airbag esploso in un incidente d’auto diventa un vaso per una pianta di limoni…

Cybereggs e altre storie


Cena memorabile sabato scorso al Combal.Zero di Rivoli. Più che una cena, in realtà, una performance visivo-gustativa-spettacolare. Al timone lo chef Davide Scabin. Impossibile raccontare le numerosissime sorprese, i sapori, gli odori, gli accostamenti e le invenzioni del “menu creativo”. Un’ora e mezza di stordimento puro. Che arriva a decostruire i piatti e i sapori, ma anche l’atto stesso del mangiare.
Se volete un resoconto dettagliato lo trovate qui; io vi segnalo il piatto più famoso di Scabin, perfetto nell’unione forma-gusto: le cybereggs. Uova di plastica da incidere con il bisturi (ma a tavola arriva anche un martello durante la serata) e succhiare voluttuosamente. All’interno, uovo crudo e caviale.
Gli altri piatti? Zuppizza, Harry Potter, Piolakit, Hambook, Ostrica virtuale…
Qui un articolo con gallery sulla cybercucina.

E di nuovo cambio casa…


Terzo trasloco in tre anni. Questa la ragione della mia assenza da queste parti (oltre ad uno snervante collegamento a 56k). Da stasera sono a Torino per Artissima, Triennale e compagnia bella. Report, foto e curiosità al mio rientro.

*photo di Joe Duggan

E di nuovo cambio casa
di nuovo cambiano le cose
di nuovo cambio luna e quartiere
come cambia l’orizzonte, il tempo, il modo di vedere
cambio posto e chiedo scusa
ma qui non c’è nessuno come me.

E stasera sera do a lavare
il mio vestito per l’amore
cambio donna e cambio umore stasera
e stasera voglio uscire
che mi facciano parlare
voglio ridere e voglio bere
io stasera cambio amore
è tutto qui.

Ma sapere dove andare
è come sapere cosa dire
come sapere dove mettere le mani
e io non so nemmeno se ho capito
quando t’ho perduta
qui fioriscono le rose
ma dentro casa è inverno e fuori no.

E vendo casa per un motore
la soluzione è la migliore
un motore certamente può tirare
la mia fantasia un po’ danneggiata
e da troppo parcheggiata
e poi cambiare casa
come cambiano le cose così.

E gira, gira e gira, gira
si torna ancora in primavera
e mi trova che non ho concluso niente
io l’amore l’avevo in mente
ma ho conosciuto solo gente
e posso solo andare avanti
fintanto che nessuno è come me.

E gira, gira e gira, gira
si torna ancora in primavera
e scopro che non ho capito niente
e allora io stasera do a lavare
il mio vestito per l’amore
cambio donna e cambio umore
cambio numero e quartiere
fintanto che nessuno è come me.

[ivano fossati]

Io e gli U2


Anton Corbijn racconta, da più di trent’anni, una cultura di confine, che si muove tra musica ed immagine. I suoi soggetti più popolari sono le icone dello star system, che ritrae utilizzando un linguaggio scarno e minimale. Parallelamente all’attività di fotografo, verso la metà degli anni Ottanta, Corbijn comincia a dirigere video musicali; tra gli artisti con cui ha collaborato troviamo David Sylvian, Joni Mitchell, Nick Cave, Red Hot Chili Peppers, Mercury Rev, Depeche Mode, U2. Nel 1993 vince l’MTV Music Award per il miglior video dell’anno con Heart Shaped Box dei Nirvana.

Giovedi 24 novembre inaugura a Roma presso la galleria Lipanjepuntin la mostra U2&i, in cui il fotografo olandese espone il lavoro di ventitrè anni di collaborazioni con gli U2.
Di Corbijn così ha scritto Paul Hewson, in arte Bono: “Quando ho incontrato Anton per la prima volta, gli ho avanzato subito alcune richieste… fammi sembrare alto, magro, intelligente e con un grande senso dell’umorismo… Dunque vorresti essere come me, fu la sua risposta. Così è Anton Corbijn: un nuovo maestro olandese, un uomo divertente, un serio fotografo, un silenzioso film-maker capace di ballare. E allora, qual’è il suo problema? Anton, alla fine, avrebbe sempre voluto essere un batterista”.

(nella foto: U2 – Fathers and Sons, Dublin 1999)

Animaleschi…


E’ in corso al MassMoca (Massachusetts Museum of Contemporary Art) una mostra sul rapporto tra arte contemporanea e regno animale: Becoming Animal: Contemporary Art in the Animal Kingdom (attenzione, il sito è in flash ed è annidato dentro questa lista di mostre, al 5° posto). Una parata di visioni inquietanti: ibridi uomo-animale, esseri transgenici, congegni tecnologici per facilitare il dialogo tra specie, carte da parati sovversive.
Tra tutti, segnalo Jane Alexander, Natalie Jeremijenko, Motohiko Odani (foto) e naturalmente, l’immensa Patricia Piccinini.

Peam!


Sono in partenza per Pescara, dove già ieri è iniziata l’edizione 2005 del PEAM (Pescara Electronic Artists Meeting). Il programma è ricchissimo come sempre (mostre, concerti, video, net art, software, sound art e quant’altro), l’atmosfera informale e divertente. Soprattutto, c’è un numero sorprendente di gente in gamba.
Come l’anno scorso mi sono occupata di selezionare i video. 16 incredibili visioni in movimento. Visto che sono quasi tutti visibili on line, prima di zompare sul pullman vi lascio la lista con relativi links.

Rick Silva e Jeremy Jaeger, The ring tone dancer
http://ringtonedancer.contagiousmedia.org

Norma V Toraya, SelfPortrait
http://www.crankbunny.com
video: http://dvblog.org/movies/09_05/crankbunny/selfportrait.mov

Spite your face films, All of the dead
http://spiteyourface.com
video: http://www.archive.org/details/allofthedead

Jaff Seijas, The Aubergine Scream
http://www.jaffseijas.com
video: http://www.archive.org/details/AnchorMejansTheAubergineScream

Marco Romeo e Guillermo Marin, Run the Gauntlet

Abe Linkoln, Death Disco
http://www.linkoln.net
video: http://www.linkoln.net/DEATHDISCO

Laura Krikke e Bink Baulch, Miss Puniverse
video: http://www.killyourtv.us/movies/misspuniverse.htm

Daniel Schmidt, Sushi Corner
http://www.sushi-corner.de

Janphilm + Tirriddiliu & Rinus Van Alebeek, And then the day began
http://www.41mm.de

Yoshi Sodeoka / C505, My generation (Ascii Rock)
http://projects.c505.com

Dxvid, Time warp
http://homepage.ntlworld.com/a.jones44/htm/movies.htm

Vadim Vyazantsev, Sergei Zilin e Dmitry Karpov, Game Over

Karla Grundick and Mistress Koyo, Linux virgin 1.1-1-5
www.linuxvirgin.info

Rob Ryang (ps260), Shining
www.ps260.com
video: http://www.ps260.com/molly/SHINING%20FINAL.mov

Melinda Rackham, Blutxt
http://www.subtle.net
video: http://www.subtle.net/blutxt/

Ian Haig, Liberv vel Reguli!
http://www.ianhaig.net
video: http://www.ianhaig.net/pignose.mov

La configurazione degli atomi


Sto leggendo I Nuovi umanisti. L’autore è John Brockman, il più convinto sostenitore della nascita della cosiddetta “terza cultura”, una nuova attitudine che abbatte e supera la tradizionale scissione tra cultura umanistica e scientifica.
In uno dei saggi migliori della raccolta, intitolato “Il software è un solvente culturale“, parlando di proprietà, contenuti e licenze si legge:

“Nell’era dell’informazione abbiamo bisogno di passare ad una concezione più profonda di proprietà, intesa come un corpus di diritti. Il debutto del replicatore di Star Trek (di cui oggi possiamo vedere gli antenati nelle macchine per prototipi e nelle stampanti 3D) significherà che gli oggetti fisici potranno essere copiati, proprio come i libri, i CD e il software. Un giorno la Ford non sarà un’azienda automobilistica, ma una società di proprietà intellettuale che vi concederà in licenza un complesso progetto per la manipolazione della materia. Voi non possederete una T-Bird modello 2030: vi verrà solo concesso il diritto a mantenere degli atomi in quella configurazione per tre anni”

(Jordan B. Pollack)

*update: manco a farlo apposta. gli scienziati della Rice University hanno costruito una nanocar, cioè una micromacchina molecolare
[via boing boing]

Pare normale…


Non una ma addirittura due mostre americane parlano del rapporto tra tecnologia e occulto. Tra visibile e invisibile, tra normale e paranormale. The Perfect Medium: Photography and the Occult al Metropolitan Museum e Blur of the Otherworldly: Contemporary Art, Technology and the Paranormal al Center for Art and Visual Culture (UMBC). Dalle fotografie ottocentesche alle visioni contemporanee. Una buona occasione per mettere in discussione, ancora una volta, la presunta affidabilità della ripresa meccanica e le pretese di realismo di ogni mezzo.

[via newsgrist]

Una boutique nel deserto


Michael Elmgreen e Ingar Dragset sono una coppia di artisti scandinavi residenti a Berlino. Le loro installazioni sono visioni materializzate. In Italia li avevamo visti nel 2003, quando avevano fatto sbucare dal pavimento della Galleria Vittorio Emanuele a Milano, come uscita da una galleria turistica sotterranea, una macchina (la Uno bianca) con tanto di roulotte al seguito.
Una decina di giorni fa, invece, hanno fatto comparire, come portato da un tornado, un negozietto Prada in mezzo al deserto del Texas. Sembra in tutto e per tutto una boutique, solo che non ha nessuna porta d’ingresso. Una sorta di scatola del desiderio che non si può aprire. Non solo, la cosa interessante è che non è prevista, in futuro, nessuna opera di sorveglianza o manutenzione della “scultura”, che quindi subirà le intemperie, il tempo e i probabili atti di vandalismo. Diventando una specie di rudere dell’epoca della fashion-addiction.

articolo di artforum
articolo del nytimes (iscrizione richiesta)

La sposa messa a nudo…


La Sposa Cadavere messa a nudo dai suoi autori… anche. In attesa dell’arrivo del film nelle sale italiane (previsto per le feste natalizie), ci possiamo leggere un gustosissimo dietro le quinte che spiega, tecnicamente, come è stato realizzato. Si tratta del primo lungometraggio in stop motion costruito interamente montando foto digitali con Apple Final Cut Pro.
La conclusione dell’articolo è degna di nota: “Digital filmmaking has long been considered a trade-off compared to 35mm filmmaking; digital was cheaper or could do things impossible with film, but at a cost to overall image quality. With Corpse Bride, this is no longer the case.”

*update: scopro, con immenso giubilo, che il film esce il 28 di ottobre