Alla Konsthall di Malmö sta per inaugurare una grande mostra del brasiliano Ernesto Neto. Tra i suoi lavori, sempre di enorme suggestione, vi segnalo Humanoids, sculture morbide che i visitatori sono invitati a indossare. Infilandocisi dentro tramite piccole e scomode aperture. Per provare l’esperienza di una nuova, aliena, corporeità.
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The Science of Sleep
Alcune immagini dal nuovo film di Michel Gondry, The Science of Sleep. Continua l’esplorazione del mondo della mente…
[via mbf]
Cavolo!
Per noi romani è un vegetale piuttosto familiare (anche se è facile incantarsi a guardarlo mentre lo si cucina). Ma la perfetta struttura frattale del cavolo romanesco stupisce e affascina…
Parodie e pupazzi
Il mondo dell’arte secondo Eliott Arkin…
Scheletri
All’interno della mostra Notre histoire, allestita al Palais de Tokyo di Parigi, spicca l’opera di Adel Abdessemed, Habibi (2003). E’ uno scheletro umano gigantesco, sospeso, lungo 17 metri. Ehm. Mai sentito parlare di Gino De Dominicis? Il suo Calamita Cosmica (1990 – 24 metri di lunghezza), di gran lunga più inquietante, con il naso da pinocchio e la lancia nella falange, è stato di recente ricostruito ed esposto ad Ancona (Mole Vanvitelliana, giugno – ottobre 2005).
Giochi di percezione
Ieri sera ha aperto al MACRO di Roma la mostra di Leandro Elrich, giovane e promettente artista argentino.
Le opere? “Un ascensore che non sale e non scende, una piscina in cui non si può nuotare, uno specchio che non riflette, una tromba delle scale visibile solo frontalmente, luci che filtrano al di sotto di una porta che si apre invece su una stanza buia.”
Le ultime due citate sono visibili nella mostra romana, che vale una visita. Anche il sito web di Elrich è da visitare. Nonostante l’interfaccia non proprio furba e i vari caricamenti flash.
Scary food
Eccezionale questa galleria di pubblicità vintage. Piccoli indemoniati a tavola (e non solo)…
[via boing boing]
Il pulsante errato
Loro si chiamano Atrium Project (Riccardo Arena e Claudia Dallagiovanna). Realizzano video, installazioni e ceramiche. Queste ultime, in particolare sono geniali. Tutta da spulciare la galleria sul loro sito (fate attenzione ai titoli).
Nella foto: Premere qui per aprire un’immagine .jpg dell’ultimo uomo che rimarrà sulla terra, maiolica dipinta a mano, 10×10 cm
Videoclip: best of 2005
Due link preziosi per fare il punto sullo stato dell’arte del videoclip.
Al primo posto, rispettivamente, Sigur Ros e Aphex Twin. Ma entrambe le liste sono zeppe di cose imperdibili. Nell’immagine, uno dei miei preferiti, Evil, degli Interpol, diretto dal grandioso Charlie White (qui un servizio che racconta la sua serie fotografica più famosa, quella con l’alieno [?] Joshua).
[via greg.org]
Lo stereotipo dell’artista
Secondo i Temporary Services gli stereotipi sull’arte e sugli artisti (pittori pazzi, ubriaconi, buffoni) che vediamo quotidianamente nei prodotti culturali mainstream (fiction, sit-com, film) sarebbero indicativi dell’impatto che gli artisti stessi hanno sul mondo che li circonda. A giudicare da questo resoconto non se la stanno cavando molto bene…
Art that moves you
Red Shoe Delivery Service è un collettivo di artisti di Portland (US). Prelevano la gente per la strada, gli offrono un passaggio per la destinazione verso cui sono diretti e, durante il viaggio, mostrano le loro opere. Ma per salire sul camioncino bisogna prima infilare le scarpette rosse (quelle di Dorothy del Mago di Oz) e recitare la formula magica: “There’s no place like…”
Qui un video di una delle performance, a New York nel 2003.
[via DVblog]
Bozzoli
Bea Camacho, durante una performance durata 11 ore, si è sferruzzata da sola una specie di bozzolo. Che finisce per inglobarla quasi tutta…
[via glubibulga]
Sneakers tribali
Tornando alle cose viste a New York, vale la pena di segnalare i lavori del canadese Brian Jungen, esposti al New Museum. Due le opere che mi hanno colpito. Gli enormi scheletri di cetaceo fatti con le sedie di plastica (quelle da giardino proprio) e le maschere cerimoniali degli Indiani Dàne-Zaa costruite con le scarpe da ginnastica (Nike Air Jordan, nello specifico). Una strana commistione, specie in queste ultime, tra cultura pop e antichi rituali…
Amen
L’immenso Jerry Saltz spiega cos’è la critica d’arte oggi. O meglio, come dovrebbe essere e non è. E come l’assenza di occhio e pensiero critico uccida l’arte. E tante altre cose. Che non potevano essere dette meglio di così…
“The best critics look for the same things in contemporary criticism that they look for in contemporary art. But they also have an eye. Having an eye in criticism is as important as having an ear in music. It means discerning the original from the derivative, the inspired from the smart, the remarkable from the common, and not looking at art in narrow, academic, or “objective” ways. It means engaging uncertainty and contingency, suspending disbelief, and trying to create a place for doubt, unpredictability, curiosity, and openness.”
A heart is not judged by how much you love; but by how much you are loved by others
Graffiti promozionali
Girando per New York (a NoLita per la precisione) qualche giorno fa, non ho potuto fare a meno di notare questo graffito. Proprio dietro l’angolo c’era un enorme billboard/megaschermo a forma di PSP. Ho naturalmente immaginato che ci fosse una connessione tra le due cose, ma non di questo tipo. Scopro ora che si tratta di un tassello della campagna pubblicitaria della Sony, che paga regolarmente gli spazi occupati con lo spray (muri, serrande etc). Qui un post su journalisms e qui un articolo del Philadelphia Inquirer.
Pare anche che l’esperimento di marketing virale non stia andando così bene…
Back from NY
Tornata ieri da una decina di giorni newyorchesi. Comincio il nuovo anno segnalando il lavoro di Guillame Pinard, artista francese visto in una delle poche gallerie aperte a Chelsea nella settimana natalizia. Alla Team è esposta una delle sue animazioni surreali. Buon inizio di 2006 a tutti.
Silicon Art
Quando i chip venivano costruiti a mano, gli ingegneri ci lasciavano sopra la loro, artistica, firma. Una collezione straordinaria di microdisegni. Per vederli bisogna ingrandirli da 1000 a 5000 volte. Visto il periodo, ne uso uno come cartolina natalizia.
[via teknemedia]
Città in valigia
L’artista cinese Yin Xiuzhen è l’autrice di Portable Cities. L’opera è composta da 6 valigie contenenti i modelli in miniatura di altrettante città. Palazzi, strade e ponti sono fatti con vecchi vestiti e altri materiali riciclati trovati dall’artista per le strade di ognuno dei centri urbani rappresentati.
Nella valigia di New York City, che risale al 2003, ci sono due bellissime torri gemelle trasparenti fatte in un materiale che sembra organza.
[via greg.org]
Cineconiglio
In uno spot per la Motorola un coniglio viaggia attraverso i grandi classici della storia del cinema. Da vedere.