The Friendly Vampire

Questa è una storia triste. Un Nosferatu alla Murnau si aggira per le strade di Atlanta alla ricerca di un amico. Ma viene sempre rifiutato, prima da un darkettone appassionato di espressionismo tedesco, poi da un trio di ragazzotti alternativi. Così se ne torna nella cripta. “He begins to realize that maybe the subculture is changing…”

[via fecalface]

He came around…

E’ già da un po’ che ho questo filmato sul desktop. Non mi ricordo dove e quando l’ho scaricato, ma continua a farmi ridere ogni volta che lo guardo. So solo che c’è un tipo, tale HollowMen, che mima il testo della canzone Torn di Natalie Imbruglia (sketch tratto da The Comedy Central).

Videoclip: best of 2005

Due link preziosi per fare il punto sullo stato dell’arte del videoclip.

Top 65 Music Videos of 2005

Top 50 Music Videos of 2005

Al primo posto, rispettivamente, Sigur Ros e Aphex Twin. Ma entrambe le liste sono zeppe di cose imperdibili. Nell’immagine, uno dei miei preferiti, Evil, degli Interpol, diretto dal grandioso Charlie White (qui un servizio che racconta la sua serie fotografica più famosa, quella con l’alieno [?] Joshua).

[via greg.org]

Peam!


Sono in partenza per Pescara, dove già ieri è iniziata l’edizione 2005 del PEAM (Pescara Electronic Artists Meeting). Il programma è ricchissimo come sempre (mostre, concerti, video, net art, software, sound art e quant’altro), l’atmosfera informale e divertente. Soprattutto, c’è un numero sorprendente di gente in gamba.
Come l’anno scorso mi sono occupata di selezionare i video. 16 incredibili visioni in movimento. Visto che sono quasi tutti visibili on line, prima di zompare sul pullman vi lascio la lista con relativi links.

Rick Silva e Jeremy Jaeger, The ring tone dancer
http://ringtonedancer.contagiousmedia.org

Norma V Toraya, SelfPortrait
http://www.crankbunny.com
video: http://dvblog.org/movies/09_05/crankbunny/selfportrait.mov

Spite your face films, All of the dead
http://spiteyourface.com
video: http://www.archive.org/details/allofthedead

Jaff Seijas, The Aubergine Scream
http://www.jaffseijas.com
video: http://www.archive.org/details/AnchorMejansTheAubergineScream

Marco Romeo e Guillermo Marin, Run the Gauntlet

Abe Linkoln, Death Disco
http://www.linkoln.net
video: http://www.linkoln.net/DEATHDISCO

Laura Krikke e Bink Baulch, Miss Puniverse
video: http://www.killyourtv.us/movies/misspuniverse.htm

Daniel Schmidt, Sushi Corner
http://www.sushi-corner.de

Janphilm + Tirriddiliu & Rinus Van Alebeek, And then the day began
http://www.41mm.de

Yoshi Sodeoka / C505, My generation (Ascii Rock)
http://projects.c505.com

Dxvid, Time warp
http://homepage.ntlworld.com/a.jones44/htm/movies.htm

Vadim Vyazantsev, Sergei Zilin e Dmitry Karpov, Game Over

Karla Grundick and Mistress Koyo, Linux virgin 1.1-1-5
www.linuxvirgin.info

Rob Ryang (ps260), Shining
www.ps260.com
video: http://www.ps260.com/molly/SHINING%20FINAL.mov

Melinda Rackham, Blutxt
http://www.subtle.net
video: http://www.subtle.net/blutxt/

Ian Haig, Liberv vel Reguli!
http://www.ianhaig.net
video: http://www.ianhaig.net/pignose.mov

I media nel 2015


Robin Sloan e Matt Thompson sono gli autori di un filmato flash intitolato EPIC 2014(c’è anche un update per il 2015). Un’affascinante e terrorizzante distopia per il futuro dei media. In 8 minuti. Si parte da Ginevra nel 1989 con Tim Berners Lee e si finisce nel 2015 con EPIC. Passando per GoogleGrid e Googlezon…
Qui c’è una traduzione in italiano del testo recitato.

[via newsgrist]

Il misterioso rito della crêpe


Tra le tante cose viste a Linz (che posterò nei prossimi giorni) c’è questo bellissimo video. Si chiama “La Migration Bigoudenn” e gli autori sono tre studenti della Gobelins visual School di Parigi. In cima ad una scogliera della Bretagna un gruppo di vecchine in abiti tradizionali si incontra per un rito misterioso. Protagonista assoluta una crêpe…

Due cose che si chiamano OIO


La prima è un film. Anzi, scusate, una cinepittura. Si tratta di un lungometraggio realizzato interamente riprendento pigmenti liquidi che si librano nell’aria. Le riprese sono poi state montate con abbondante postproduzione, ma l’effetto è decisamente riuscito, almeno a giudicare delle immagini e dal filmatino demo di OÏO. L’unica cosa che mi chiedo è se sia possibile sopportare una cosa del genere per 90 minuti (tale è la durata del DVD)…

La seconda cosa di nome OIO, richiamata alla mia mente da una leggiadra assonanza, è il miglior ristorante di cucina romana della città: “Da Oio a casa mia“. Piatto (vivamente) consigliato: tagliolini cacio e pepe.

Giocare a Tetris…correndo


A prima vista sembra una trovata tecnologica divertente. Il tetris giocato sulla facciata di un palazzo, accendendo e spegnendo le luci nelle stanze. Un po’ come Blinkenlights. Poi ci si accorge che non c’è un computer che controlla l’accensione delle luci, ma un gruppo di ragazzini che corre su e giù per corridoi e scale all’interno del palazzo. Il video si chiama Game Over ed è firmato da un team di russi, of course. Si chiamano Vadim Vyazantsev, Sergei Zilin e Dmitry Karpov. Imperdibile.

You are alive!


All’interno della mostra Translation, in corso al Palais de Tokyo di Parigi, si può fare la conoscenza di Inochi, recente creazione del vulcanico artista giapponese Takashi Murakami. Inochi (che in giapponese significa pressapoco “vita”) è un simpatico androide bambino. Oltre alle sculture a grandezza naturale, è in mostra anche un video, della durata di un minuto circa, che riunisce tre spot pubblicitari con episodi della vita di Inochi. Al grido di “Inochi, Inochi, You are alive!”, le tre storielle raccontano del piccolo alieno alle prese con la vita scolastica giapponese e con i disagi della sua parte “umana” (l’amore, la vergogna, la digestione…)

This is sooo contemporary


Ancora un post per la Biennale di Venezia. Poi prometto che cambio argomento. Volevo segnalare le tre cose che mi sono piaciute di più. Non dei capolavori, ma rarissimi guizzi di ironia e intelligenza in una biennale soft e politically correct. Talmente composta da (quasi) far rimpiangere il caos di due anni fa. Organizzata, quasi sempre ben allestita, ariosa e rilassante. Pure troppo.
A svegliarci dal torpore, entrando nel padiglione tedesco, ci pensa Tino Seghal, che fa canticchiare (e ballare) ai custodi della sala una specie di mantra della contemporaneità: “This is so contemporary, contemporary, contemporary. Ohhhhhhh“. Nella sala successiva una conversazione sull’economia di mercato può farvi guadagnare metà del biglietto d’ingresso (3,75 euro). Il motivetto, che rimane in testa per giorni, è un buon antidoto alla malinconoia di ascendenza masiniana che potrebbe assalirvi durante la permanenza veneziana.
Un tifo da stadio si merita Francesco Vezzoli, che dopo qualche prova meno riuscita torna alla stragrande con il suo Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula, un trailer di un trash sublime, con un claim da oscar:

Beyond sensuality there is sexuality
Beyond sexuality there is perversity
Beyond perversity there is only…Caligula!

Ultima menzione per il cortometraggio Mondo Veneziano, del lussemburghese Antoine Prum. Bizzarro film sul sistema dell’arte contemporanea, girato in una Venezia completamente finta (un set), ancora più decadente di quella reale. Con la luna attaccata ad un filo come un enorme palloncino, le calli deserte e i canali prosciugati. I dialoghi sono solo citazioni astruse da saggi sull’arte contemporanea, inframmezzati da scene splatter alla Kill Bill.
Anche qui, una perla assoluta, ripresa da Jean Cocteau:

“In art there are no schools, only hospitals.”

Beastie Beuys

Avevo la registrazione audio di questa incursione di Joseph Beuys nel mondo della canzonetta pop (anche se con contenuti politici). Ma ora una coppia di net artisti mette a disposizione il video. Sono 4Mb di quicktime, ma vi assicuro che vale la pena. Audio a palla! E qui c’è il testo, per un agevole karaoke ;-)

Tormentone della settimana #1

Oltre ai tormentoni collettivi, io subisco anche una serie di tormentoni personali. Ossia mi fisso periodicamente su una canzone (in genere per un tempo che varia da 2 giorni ad una settimana). La ascolto più volte, la canticchio sotto la doccia o mentre guido, imparo a memoria le parole. Inauguro oggi, anche se di domenica non si dovrebbe cominciare niente (dalla dieta in sù), l’appuntamento settimanale con il mio “Personal Tormentone”.

Avvertenze: il brano può essere una sinfonia di musica classica, una canzone d’autore, la sigla di una sitcom, il jingle di una pubblicità o peggio. Insomma, per il tormentone non vale la regola “dimmi cosa ascolti e ti dirò chi sei”. Altrimenti dovrei tornare in analisi.

Enjoy.

The Chauffeur, Duran Duran (1982)

ritornello

The sun drips down bedding heavy behind

The front of your dress all shadowy lined

And the droning engine throbs in time

With your beating heart

Sing Blue Silver

note e curiosità

Il video del brano è stato girato da Ian Emes a Londra ed è palesemente ispirato allo stile di Helmut Newton e al film “Il portiere di notte”. Ha subito la censura più tosta che si possa immaginare a causa dell’atmosfera lesbo-fetish. E’ passato in tv pochissime volte e nella versione tagliata. Ed è un peccato perchè è un video bellissimo.

Oltre alla versione originale della canzone, merita una menzione la cover fatta dai Deftones in occasione di un memorabile “Duran Duran Tribute Album”. Il rifacimento è bello perchè le modifiche sono sottili, ma disorientanti. Il cantante poi ha curiosamente riprodotto lo stile vocale di Simon Le Bon in maniera FILOLOGICA.