Nuotatori di lacrime

Il 31 maggio inaugura a Milano, presso la Galleria Francesca Minini, la nuova mostra di Gabriele Picco. Si intitola Nuotatori di lacrime in apnea sulla fine del mondo.
Dalle immagini di anteprima sembra un Picco meno irriverente e più malinconico del solito. Surreale, poetico, bizzarro. Guardate l’omino dalle grandi lacrime-acquario; oppure Google-man, “l’abominevole uomo del web, con il corpo dell’Omino Michelin, la faccia cubista del primo Picasso e le sneakers all’ultima moda”.

Autoritratto dell’artista da teschio

Si chiama Proposition for a Poshumouse Portrait, ed è opera dell’inglese Douglas Gordon. Un oggetto che, oltre a sfoggiare una levigata eleganza, scatena una tempesta di richiami e suggestioni. I memento mori medievali e rinascimentali, le stanze degli specchi (dove è difficile distinguere la realtà dal suo riflesso), Shakespeare. E poi, naturalmente, il mitico ritratto di Marcel Duchamp firmato Man Ray (1921), dove l’artista francese è di spalle e sfoggia una tonsura a stella cometa che farebbe invidia a Johnny Rotten. E mettiamoci anche l’autoritratto di Robert Mapplethorpe munito di bastone. Con teschio regolamentare.
L’opera di Gordon è in mostra alla Tate Triennial, a Londra fino al 14 maggio.

Play with me

Provate a giocare con la bambolina di Van Sowerwine. C’è poco da entusiasmarsi per questa animazione interattiva. Perchè lei rimarrà sempre, irrimediabilmente, sola. E voi correte il rischio di essere assaliti dal rimorso…

You are beautiful

Una grata, in un luogo qualsiasi. E una scritta fatta di tazze di plastica: You are beautiful. Che si trasforma con il passare dei giorni, e delle persone. Che muovono le tazze nella griglia come pixel su un display.

 

La natura in un kit

Carla Mattii realizza delle scansioni 3D di forme vegetali (piante e fiori) e le rielabora con programmi di modellazione. Poi le trasforma in veri e propri kit di assemblaggio in nylon sinterizzato. La natura come sistema da ricombinare e ricostruire…
Domani inaugura una sua personale a Milano presso lo Spazio Symphonia.

The Friendly Vampire

Questa è una storia triste. Un Nosferatu alla Murnau si aggira per le strade di Atlanta alla ricerca di un amico. Ma viene sempre rifiutato, prima da un darkettone appassionato di espressionismo tedesco, poi da un trio di ragazzotti alternativi. Così se ne torna nella cripta. “He begins to realize that maybe the subculture is changing…”

[via fecalface]

Monobloc

Avevamo già parlato dell’estetica irresistibile della sedia di plastica qui, commentando il monumento firmato Piero Golia. Ora Jens Thiel sta preparando un libro e una mostra dedicate alla monobloc plastic chair. In attesa dell’uscita del testo, Jens posta frammenti della sua ricerca su functionalfate.org. Tutte da vedere le fotografie, sul blog e sul Flickr Group dedicato. La monobloc è il vero oggetto globale, guardare per credere.

An Image Bank for Everyday Revolutionary Life

David Alfaro Siqueiros (1896-1974), grandissimo artista messicano noto soprattutto per i suoi murales, collezionò, durante tutta la sua vita, una grande quantità di immagini fotografiche. L’archivio, consultabile online, contiene materiale che va dagli anni Trenta agli anni Settanta, in tutto sono circa 11.000 foto.
L’intento di Siqueiros era di lasciare in eredità un corpus di immagini che potesse ispirare anche gli artisti dopo di lui. Oggi una mostra presso RedCat, a Los Angeles, vede un gruppo di artisti alle prese con il lascito del grande messicano…

(nella foto: manifestazione per la liberazione di Siqueiros, allora in carcere, condannato ad otto anni per crimini politici. New York, 1962)

[via art.blogging.la]

Shary Boyle

Shary Boyle realizza disegni, illustrazioni, pitture e proiezioni video. Ma le sue piccole sculture in plastilina o porcellana dipinta sono la parte più affascinante del suo prismatico, acquarellato, fiabesco, sensuale, inquietante e psichedelico immaginario.

He came around…

E’ già da un po’ che ho questo filmato sul desktop. Non mi ricordo dove e quando l’ho scaricato, ma continua a farmi ridere ogni volta che lo guardo. So solo che c’è un tipo, tale HollowMen, che mima il testo della canzone Torn di Natalie Imbruglia (sketch tratto da The Comedy Central).

Rocking Machine

Lo scultore olandese Herman Makkink non è molto famoso. Se non per un’opera, entrata nell’immaginario collettivo grazie a Stanley Kubrick, che l’ha scelta per una scena di Arancia Meccanica. Sto parlando di Rocking Machine, la porno-scultura dondolante. Sono in vendita 6 nuovi esemplari dell’oggetto, oltre ad un originale restaurato del 1969.

[via cool hunting]

Blendie

I lavori di Kelly Dobson parlano del rapporto tra esseri umani e macchine. Le sue tecnologie hanno comportamenti espressivi ed empatici, reagiscono agli stimoli, sembrano confrontarsi con l’umano. Blendie è un frullatore anni Cinquanta modificato in modo da interagire con il suono della voce:

In Blendie a mix of design, art, engineering, and psychotherapy inform the interaction facilitated between participants and the familiar blender. An empathic opportunity is made manifest emphasizing and utilizing the aspects of blenders that are not what have been traditionally designed into them intentionally – i.e. their incredible sound and vibration – but that nevertheless have large roles in our interaction and approach to them.

Damien of the Dead

Ci voleva un po’ di Messico, di macabro e vitale Messico, per riaccendere la vena creativa di Damien Hirst. Ecco le opere della nuova mostra del corifeo contemporaneo della morte, a Mexico City, presso la galleria Hilario Galguera. Qui una serie di immagini della mostra, qui un articolo e qui una strepitosa intervista a Hirst alla vigilia dell’opening:

Damien Hirst’s Mexican show, which opens on 23 February, if the shark gets through customs, is called The Death of God. The first thing the curious and the faithful will see as they ascend the steps to the gallery is a snow-white dove, its wings spread wide as if in flight. Beneath it, on the floor of the formaldehyde-filled tank, sits a human skull. It is called The Inescapable Truth.

When I tell Hirst it seems more hopeful than much of his work in the same vein, he seems slightly offended. ‘Hopeful for you, maybe,’ he mutters, ‘but, the guy’s definitely dead, and the bird’s not fucking going anywhere either.’

Camaleonti

Sarebbe bello poter, di tanto in tanto, diventare invisibili. Confondendosi totalmente con l’ambiente circostante. Per proteggersi dalle piccole e grandi aggressioni quotidiane, o magari solo per starsene un po’ in pace. Le fotografie di Désirée Palmen raccontano con ironia questa aspirazione. Naturalmente, riflessioni esistenziali a parte, il bersaglio polemico è la videosorveglianza.

[via neatorama]

Disastri e altre storie

Lori Nix è una fotografa statunitense. I suoi scatti si ispirano ai disaster movies degli anni Settanta, ma anche alla sua infanzia in Kansas, lo stato americano che più di tutti sembra attrarre i cataclismi naturali. Nelle fotografie della Nix, scattate sopo aver ricostruito modelli in miniatura, ci sono tornadi, alluvioni, carestie, invasioni di insetti. In un’atmosfera sempre tesa tra realtà e illusione.

[via artkrush]